ricostruzione unghie confesteticaIn data 1 marzo a Roma si è tenuta la Manifestazione contro il lavoro abusivo, a seguito della quale ha avuto luogo presso la Camera dei Deputati una conferenza stampa per approfondire il tema del lavoro abusivo come affrontato dalla proposta di legge 3116/10. In quella occasione le onicotecniche, anche per voce della presente Libera Ciccomascolo, non hanno perso l’occasione  di riaprire l’annosa polemica relativa al loro riconoscimento come professione. L’intervento, come ogni astante ha avuto modo di notare, è stato totalmente fuori luogo soprattutto perché la questione prevede una risoluzione definitiva (in linea con i desideri degli onicotecnici che vogliono lavorare solo sulle unghie senza prima conseguire il diploma di estetista), grazie alla proposta 3116/10. Questo accadeva lunedì primo marzo. Il giovedì 4 marzo, le Sig.ra Katia Anna ha fondato su Facebook un gruppo dal titolo “ONICOTECNICO: LA PROFESSIONE DEI FANTASMI. RICONOSCIMENTO E DIGNITA' SUBITO” rendendo amministratrice la Sig.ra Libera Ciccomascolo, sua datrice di lavoro. Ognuno è libero di fondare i gruppi che preferisce tuttavia una tale mossa ha dato ulteriore fondamento alle avversità già dimostrate dagli onicotecnici durante la conferenza stampa di qualche giorno prima. Le ostilità si sono palesate dal momento in cui hanno tagliato fuori la proposta di legge 3116/10 senza fornire una degna comunicazione agli operatori che questo gruppo mira a far emergere dallo stato “spettrale” in cui versano per loro stessa mano. La Ciccomascolo aveva fatto credere a Confestetica che alla manifestazione del primo marzo avrebbe portato quanti più onicotecnici possibili affinché fossimo stati in molti in Piazza Montecitorio. Ovviamente, dopo le promesse fatte,  nessuno dei presenti alla manifestazione era stato invitato da lei che, anziché manifestare davanti al Parlamento con una legge già depositata, ha preferito fondare un gruppo su Facebook invitando gli iscritti ad unirsi per manifestare davanti alle Istituzioni!! Lo scrivente, in data 28 marzo si è accorto in modo del tutto casuale che era stato fondato il suddetto gruppo. Con il presente articolo vorrei rispondere ad un post della Sig.ra Katia Anna. 1 facebook Se le leggi esistenti non sono di gradimento all’utente al quale si rivolgono, non si possono raggirare perché il principio di farlo è più giusto del valore delle stesse leggi. Se si andasse avanti solo sui principi, senza considerare le leggi esistenti, sarebbe ammissibile anche un delitto d’onore se basato su presupposti sufficientemente validi; per fortuna non è così!!! Se una legge che permette di lavorare correttamente come onicotecnica esiste, deve essere rispettata, chi non la rispetta è semplicemente ed inequivocabilmente un abusivo!! La legge può non essere del tutto in linea, o anche per nulla in linea, con le velleità di chi ricostruisce unghie che vuole (a buon diritto) occuparsi solo e soltanto di unghie ma non in virtù delle velleità di cui sopra la legge può non essere rispettata. Nessuna norma offre il libero arbitrio in merito a quanto promulga senza che la scelta di disattendere quanto in essa espresso venga punita con pene più o meno severe. 2 facebook Il problema non è che ci sia qualcuno a cui dà fastidio che gli onicotecnici abbiano un’attività tutta loro, non dà fastidio né allo Stato, come immaginiamo, né tanto meno agli estetisti; il problema sorge dal momento in cui vi celate dietro il baluardo del vittimismo poiché la vostra non essendo una professione riconosciuta da nessuno, vi costringe a lavorare abusivamente! Costrette da uno Stato crudele che non ama in egual modo ogni suo figlio…….. questo è quanto emerge ogni volta che si affronta l’argomento della professione di onicotecnico. Che la legge 1/90 debba essere totalmente abrogata siamo tutti d’accordo e per questo Confestetica (che non ha un orticello come lo chiamate voi ma un giardino da far invidia a Nabucodonosor II, coltivato con amore e dedizione dagli estetisti che hanno abbracciato la nostra filosofia che solo su Facebook sono oltre 1600) ha proposto la 3116/10 affinché venga messo ordine alla giungla estetica. Confestetica nasce per gli estetisti e nella proposta di legge avremmo potuto non occuparci minimamente degli onicotecnici tuttavia ad oggi, l’incontrollabile proliferare di ragazzine che con pochi giorni di formazione pretende di lavorare sul corpo umano (le unghie fanno parte del corpo umano!!) crea notevole disagio al lavoro degli estetisti con regolare attività. Per questo motivo nella proposta di legge 3116/10 abbiamo introdotto la regolamentazione ed il riconoscimento degli onicotecnici, dando loro per altro la possibilità di curare massimamente le loro velleità artistiche e creative indipendentemente dall’attività di estetista. Rispetto a quanto proposto dalla 3116/10, chi vuol svolgere l’attività di onicotecnico potrà farlo dopo un corso di 450 ore senza dover conseguire né il diploma di maturità né quello da estetista (a differenza della legge proposta da CNA e Confartigianato che porta a 3 anni la scuola di formazione per gli onicotecnici). Questo è quello che Confestetica ha fatto per regolamentare il vostro settore, voi cosa state facendo? A che pro inneggiate all’unione del gruppo? Attraverso quali strumenti cercate di interfacciarvi con le Istituzioni? Credete che basti qualche migliaio di ragazzine scontente di non poter fare le unghie alle proprie amiche per essere ascoltati da chi promuove leggi in Italia?  3 facebook Mi piacerebbe sapere quali siano gli interessi di parte che spudoratamente Confestetica tenta di difendere, come lei afferma. Un esempio su tutti è che Confestetica, in quanto associazione di categoria, avrebbe potuto proporsi in sostituzione di un Albo degli estetisti come avviene nelle Associazioni anglosassoni, invece ha proposto l’istituzione di un Albo Nazionale degli Estetisti Professionali che non è di proprietà di nessuno se non della categoria tutta, la liceità del quale è garantita dal Ministero della Giustizia. 4 facebook Infatti il fatto che ci siano estetiste abusive è stato uno dei motori della proposta 3116/10, problema tanto grave quanto quello degli onicotecnici abusivi! Non a caso nella proposta di legge di cui sopra sono state introdotte delle sanzioni amministrative fino a 15.000 euro per chi esercita abusivamente la professione estetica e fino a 7.000 euro per i clienti degli abusivi. Senza considerare inoltre che l’estetista improvvisato, in virtù dell’art. 348 del c.p. rischierà fino a sei mesi di reclusione per aver praticato in modo illecito la professione di estetista. Sapete qual è la differenza tra gli estetisti e gli onicotecnici rispetto al problema dell’abusivismo?? Che gli estetisti diventano dei diavoli quando hanno a che fare con un “collega” che lavora in casa, vogliono combattere il fenomeno senza riserve, gli onicotecnici invece, non solo tollerano gli abusivi ma addirittura li giustificano! Il fatto che molte delle ragazze che scrivono sulla vostra pagina siano cadute dalle nuvole in merito alla mia affermazione circa la possibilità di svolgere l’attività di onicotecnica come attività regolare (dopo i tre anni di scuola di estetica, ad eccezione della Regione Lazio nella quale bastano 200 ore per poter aprire un Centro Nail regolare) mi fa pensare due cose: 1. che siano tutte abusive e voi di questo non ve ne curate minimamente dato che forse sono la principale fonte di guadagno della vostra Azienda (leggasi proprio così: Azienda!) e 2. nessuna di voi ha informato le ragazze che c’è una strada legale per svolgere il lavoro dei loro sogni! Qualcuno ha definito la comunicazione che fa Confestetica come una comunicazione selvaggia solo per il fatto che la nostra Associazione parla fuori dai denti, voleva suonare come un’offesa ma per noi è stato un onore sapere che per molti la nostra comunicazione sia così fortemente efficace; un popolo istruito è meno assoggettabile e noi vogliamo che gli estetisti e gli onicotecnici abbiano un livello di istruzione e formazione molto alto. Se voi di contro  preferite coprire con la sabbia le evidenze, fate pure ma poi non recitate la parte di quelle che non possono seguire la propria vocazione per colpa di leggi statali che meritano di non essere rispettate.