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Durante la riunione tenutasi l’8 giugno 2010 dai componenti delle Commissioni II e V del Consiglio superiore di Sanità, si è deciso per l’eliminazione totale dai centri estetici delle apparecchiature per la cavitazione e per il foto ringiovanimento, perché non considerate di pertinenza delle estetiste. Il parere influirà nella decisione degli organi competenti per l’emanazione del decreto che dovrà avere il parere favorevole anche dal Consiglio dello Stato e dagli organismi comunitari. Confestetica fa notare come il CSS con questa decisione vada verso una sua forte contraddizione poiché nel verbale della Seduta del 25 ottobre 2000 (10 anni fa) aveva già espresso la necessità di predisporre dei programmi formativi rivolti alle estetiste e che fossero svolti dalle ASL, per permettere alle estetiste di utilizzare le apparecchiature estetiche. Purtroppo, però, in questi ultimi 10 anni nessuna ASL in Italia ha messo in campo i suddetti corsi di formazione. Confestetica, con il suo disegno di legge 3116/10 presentato dall’On. Mazzocchi, che oseremmo definire pionieristico, ha già introdotto la figura dell’estetista professionale e ha già previsto che essa debba seguire dei corsi di formazione  per l’abilitazione all’uso delle apparecchiature estetiche; i corsi di formazione seguiranno di pari passo l’evoluzione del progresso tecnologico mantenendo costante e aggiornato il livello formativo degli estetisti. La proposta di legge 3116 introdurrà, a tutela della salute pubblica, anche il Collegio Nazionale dell’Estetista Professionale e il relativo Albo. Anche da quello che scrive l’Antitrust si evince la necessità dell’istituzione di un Albo dell’estetista professionale a tutela della salute pubblica. L’incontro dell’8 giugno è l’ultimo di una lunga serie iniziata venti anni fa, ma senza vedere mai una conclusione, una chiarificazione e un assestamento per il settore. Nell’articolo 10 della legge 1/90 infatti, si demanda alla emanazione di un decreto normativo, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, per determinare le caratteristiche tecnico-dinamiche degli apparecchi elettromeccanici ad uso estetico, la loro modalità di esercizio e le relative precauzioni d’uso, elementi espressi nelle schede delle apparecchiature. Da allora ,però, il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociale e il Ministero dello Sviluppo economico non hanno mai trovato un punto di incontro circa l’approvazione o meno delle schede delle apparecchiature comprese nell’allegato della legge 1/90. Analizzando l’iter storico degli incontri realizzati dai suddetti Ministeri, si evince costantemente un disaccordo dei loro pareri relativo ad obiettivi di salvaguardia differenti: la sicurezza e la salute pubblica da parte del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociale e lo sviluppo del settore e della occupazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Quindi se il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociale è sempre stato attento a non confondere le attività di matrice medica con quelle di matrice estetica, il Ministero dello Sviluppo Economico ha sempre puntato a non penalizzare la competitività delle industrie italiane di produzione di macchinari per l’estetica sia rispetto alle industrie europee che extra europee. Entrambi i punti di vista sono fondamentali e trovano raccordo nella proposta di legge 3116/10 dell’On. Mazzocchi e Confestetica nella quale si punta alla professionalizzazione dell’estetista il cui operato sarà vigilato dal Consiglio dell’Ordine degli estetisti che a sua volta sarà vigilato dal Ministero della Giustizia a salvaguardia della salute pubblica. Grazie all’introduzione di figure specializzate, i titolari dei centri estetici potranno contare su figure responsabili e preparate, andando a sviluppare massimamente il settore estetico. Fino ad ora però, si è voluto che la figura dell’estetista fosse artigiana e non professionista.! E questi che vi stiamo illustrando  sono tutti i limiti che una figura artigiana incontra , non sarebbe lo stesso se ci trovassimo di fronte ad una figura professionale . Ecco perché Confestetica si sta battendo tanto perché ciò possa diventare presto realtà. Nel 2005 il Consiglio Superiore di Sanità ritenne opportuno aggiornare, ad opera di un Gruppo di lavoro ad hoc, le schede delle apparecchiature riportate nell’allegato della legge 1/90 poiché, essendo passati 15 anni dalla loro prima stesura, si doveva tenere conto del progresso tecnologico avvenuto. Negli ultimi 20 anni anche le azioni delle Associazioni artigiane e delle aziende di produzione delle apparecchiature, volte a trovare una soluzione al problema dell’uso delle apparecchiature estetiche, si sono sempre soffermate sulla realizzazione delle loro schede tecniche non considerando che la loro obsolescenza fosse rapida come quella delle apparecchiature di riferimento. In sintesi, anziché creare una figura professionale in grado di utilizzare ogni macchinario, le associazioni artigiane, le aziende di produzione e il CSS hanno preferito istituire un gruppo di lavoro ad hoc per l’aggiornamento delle schede, perdendo tempo a cercare di capire quale tipo di macchinario  possa usare l’estetista e quale no, senza giungere mai a conclusioni concrete, creando sempre più confusione e disagio. Ed ora ? dopo tutta questa confusione quale è la soluzione che ci si prospetta per mettere ordine? Togliere tutto! Un colpo di spugna e buttiamo via centinaia di milioni spesi e investiti dagli estetisti in anni di sacrifici! Non è così che va risolto il problema! Di macchinari pericolosi ce ne sono tanti,  si può affermare che tutti sono potenzialmente pericolosi,  anche un vaporizzatore se lo si punta sugli occhi di una persona, se ad usarlo non è personale specializzato; anche una persona che guida la prima volta un’automobile è pericolosa e rischia di uccidere, ma la scuola guida servirà a metterla nelle condizioni di guidare bene senza fare male ad alcuno. Non possiamo togliere questi strumenti alle estetiste!! Diamo loro la giusta formazione, mettiamole nelle giuste condizioni di usare correttamente questi macchinari e quelli futuri. Stando così i fatti, Confestetica si riserva ogni azione verso  tutti responsabili, compreso lo Stato Italiano, che dopo vent’anni ancora non ha emanato un decreto di attuazione, quando questo doveva avvenire entro 120 giorni dall’entrata in vigore della L.1/90.; e farà ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo in quanto è stata preclusa, dallo Stato Italiano (consigliato male da qualche lobby) la crescita professionale di un’intera categoria a seguito dell’evoluzione tecnologica. Questo vuoto normativo, ha provocato danni ai 60.000 operatori del settore estetico, senza contare tutto l’indotto della stessa categoria, e senza contare cosa succederà qualora verrà decisa l’estromissione delle apparecchiature dalla competenza degli estetisti. Una palese violazione di tutte le norme sancite dalla Comunità Europea, violazione fatta per salvaguardare chi e che cosa?? Confestetica nei prossimi giorni si riunirà con i legali che seguiranno questo caso di interesse nazionale per agire immediatamente in ogni sede di giudizio. Sarebbe altamente educativo e di grande valenza democratica e civile, e persino più semplice, aiutare il settore a crescere, regolamentandolo in tutti i suoi aspetti e pensando ad una formazione ad hoc, piuttosto che sopprimerlo togliendogli gli strumenti fondamentali di lavoro, tra l’altro già in uso da anni. scarica circolare Confesteticapdf-icon