massaggi in spiaggia

Romeno a Rimini in spiaggia misurava la pressione. I 60mila di Confestetica col sottosegretario

Era ora, si era pensato quando il sottosegretario Francesca Martini aveva emesso la prima ordinanza urgente - in questi giorni rinnovata - per vietare i massaggi in spiaggia. Era ora sì, perché il fenomeno è emergenza nazionale. L’ultimo episodio si è consumato l’altro giorno sui lidi riminesi, i più battuti dalle cineserie d’assalto, ma non solo. La Padania: Scarica il PDF della pagina Armato di lettino professionale da medico, un misuratore di pressione... un romeno a Rivabella, bagno 9, aveva iniziato a esercitare con il suo “ambulatorio” da spiaggia. Era lì, documentano persino le pagine locali del Resto del Carlino, da almeno tre giorni. Gira e rigira, una ventina di massaggi era riuscito a farli. Dieci euro a botta. Nessuno “aveva visto”, tranne una pattuglia nautica, incredula davanti a tanta illegale sfacciataggine pseudo sanitaria. Armi e bagagli, e via. E prima dove aveva aperto il suo “gabinetto fisioterapico”?  In quali altri pezzi di spiaggia? Nessuno aveva visto neanche lì? Uno studio in riva al mare, alla faccia dell’ordinanza, alla faccia di una stagione turistica nel suo pieno e di una vigilanza che occorre rafforzare davanti a chi svolgendo in modo abusivo una professione, sconfina nel grave sconfinamento che riguarda la salute pubblica, che interviene sul corpo e le sue patologie presenti o presunte, dispensando “cure”, consigli, diagnosi. Una follia che la l’ordinanza Martini non tollera. Tanto che di recente una presa di posizione di Confestetica, la Confederazione nazionale degli estetisti, ha deciso di lasciare traccia di una gratitudine più che professionale. «Sessantamila estetisti italiani la ringraziano - ha scritto la presidente dr. Angelica Pippo - per l’ordinanza emanata contro i massaggiatori abusivi sulle spiagge italiane. le 60 rose bianche simboleggiano i 60mila operatori estetici che con lealtà, onestà e professionalità esercitano la loro passione. Il lavoro abusivo, dai massaggiatori cinesi sulle spiagge alle prostitute che mettono annunci sui giornali offrendo “massaggi”, lede profondamente la nostra categoria e danneggia irrimediabilmente la salute di tutti i cittadini». Una priorità, quella dunque sancita dall’ordinanza, che non riguarda solo la sicurezza pubblica ma che conferma la dolosità, l’intenzionalità di un abuso. «Per questo abbiamo scelto il bianco - scrive Confestetica - come colore per dirle grazie, perché vorremmo che nel simbolismo cromatico della purezza si riflettesse il rispetto che noi, all’interno dei nostri istituti, abbiamo delle norme igienico- sanitarie, a differenza di tutti gli abusivi che ogni anno si riversano sulle spiagge italiane ». «Nel rinnovarle il nostro più forte e sincero ringraziamento, ci auguriamo che lei possa dare un aiuto alla proposta di legge 3116/10 che a nostro avviso risolverebbe gran parte dei problemi della categoria degli estetisti». Detto, fatto. Il sottosegretario in questi giorni ha accolto al ministero per un incontro informale la presidente, a ribadire la dura presa di posizione dello Stato verso uno spregiudicato attacco alla legge, alla tutela della salute pubblica, ma soprattutto ad una pubblica e sempre più ampia censura di qualsiasi comportamento criminale. La percezione di un reato passa infatti attraverso una soglia di tolleranza zero nei confronti di chi “unguenta” deliberatamente senza titolo la buona fede e uno stato di bisogno della gente, attratta da un facile “sollievo”, da un costo relativamente contenuto ma in ogni caso non dovuto per quanto erogato su due piedi, anzi, sul treppiede o su un lettino d’ambulatorio. «La battaglia contro i cosiddetti “Vu’ massaggià” è dovuta - commenta il sottosegretario alla Salute, Martini - Non ci sono margini di tolleranza, ma un solo criterio: la legge. Dobbiamo ricordare ai nostri cittadini di non cadere in lusinghe e trappole a poco prezzo. La nostra salute va messa nelle mani della competenza riconosciuta, come nel caso dei professionisti di Confestetica, e in ogni caso gli episodi di irregolarità vanno segnalati, non è più tempo di voltarsi indietro, la difesa della salute è un patrimonio di tutta la comunità ». La questione è seria. Non si transige. «Abbiamo sottoposto al sottosegretario - spiega la dr. Pippo - il pdl (prima firmataria l’on. Mazzocchi, cui seguono Carlucci, Angelucci, Alessandri e altri, ndr) - perché i tempi chiedono un cambiamento culturale riconosciuto. Innanzitutto vanno fissati i paletti formativi. Alla scuola di estetica bisogna accedere con un diploma di scuola media superiore. Non dimentichiamo che dopo il medico e il fisioterapista, è solo l’estetista l’unica persona abilitata a “metter e” le mani sul paziente. Senza contare che è indispensabile una maturità culturale e professionale adeguata per esercitare meglio questo mestiere. Vanno regolate infine diverse figure: quelle del tecnico delle unghie e del tecnico dell’abbronzature. Oggi i solarium sono usati come fossero giostrine ... dove nessuno vigila, controlla né informa». E non solo. «Va regolata la figura del tecnico delle unghie... Insomma, va fatta chiarezza». Formazione più rigida, comprensione degli strumenti di lavoro, dopo che alcune imprese spacciano come laser - e riescono a collocarli sul mercato - banali luci a led. «Oggi lavoriamo costretti a difenderci in una giungla senza regole né scrupoli. Questo - e il sottosegretario lo ha compreso bene - è un problema di salute pubblica visto che i dati sono devastanti: si stimano 250mila operatori abusivi. A parte il dato fiscale, è la salute del cittadino ad essere messa a repentaglio. Dopo le ferie e il fenomeno di massaggi in spiaggia, i gabinetti medici si riempiono di pazienti con infezioni, micosi, epatiti... Senza contare chi “pratica” in casa, mescolando il sugo con una mano e con l’altra massaggiando il cliente». Il settore d’altra parte non mostra segni di crisi, visto che ufficialmente si registrano 80 milioni di trattamenti regolari. «Ma la figura dell’estetista va tutelata, formata, valorizzata. Due status sono determinanti: va assicurato un più elevato status formativo - spiega la presidente - e va alzato quello professionale. Da artigiani a professionisti. Questo è il mandato che vogliamo perseguire con il sostegno condiviso del sottosegretario». Intanto i controlli proseguono. L’attività di contrasto passa anche attraverso le capitanerie di porto, come di recente a Lignano. Sul demanio pubblico non si può fare commercio. Tutte le strade sono utili per fermare gli elisir da baraccone. scritto da STEFANIA PIAZZO