LAMPADE ABBRONZANTI | PUNTO ESTETICO | CONFESTETICAAl pari delle sigarette o dell'amianto, anche i solarium sono stati dichiarati cancerogeni dall'OMS. Una misura che ha spinto l'Ufficio federale della sanità a elaborare una legge specifica. Ma i raggi ultravioletti sono davvero nemici della salute? Per gli amanti di un'abbronzatura "mordi e fuggi", da sfoggiare 360 giorni l'anno, non ci sono più alibi: i raggi ultravioletti di lampade e lettini autoabbronzanti possono favorire lo sviluppo di un tumore. Finora classificati come «probabilmente cancerogeni», da qualche settimana sono passati ufficialmente al più alto grado di pericolo nella scala dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). «Dal punto di vista medico la situazione è molto chiara: a partire da una certa intensità, i raggi ultravioletti – di tipo A o B – hanno conseguenze gravi sulla salute», spiega Beat Gerber, collaboratore scientifico all'Ufficio federale della sanità pubblica. «Sono responsabili dell'invecchiamento cutaneo precoce e provocano danni che possono portare fino all'insorgere di un cancro alle pelle. Sono anche causa di dolorose infiammazioni agli occhi, di annebbiamenti alla vista (cataratta) e nei casi più gravi di cecità».

Giovani a rischio di melanoma

L'allarme lanciato dall'OMS non giunge comunque inaspettato. Da anni infatti la Lega svizzera contro il cancro ed altre organizzazioni per la promozione della salute mettono in guardia contro lampade e lettini autoabbronzanti. Ma i solarium sono davvero più pericolosi del sole? «È difficile stabilirlo», ammette Gerber. «I raggi naturali e artificiali non hanno le stesse caratteristiche, sono cioè composti da una proporzione diverse di raggi ultravioletti di tipo A e B (vedi a fianco)». Il successo dei solarium è legato soprattutto all'immediatezza dei risultati, oltre che alla facilità di accesso di questi esercizi. «Grazie a una maggiore proporzione di raggi UVA, questi apparecchi permettono di scurire la pelle in pochi minuti. Si tratta però di un'abbronzatura meno duratura, che non stimola la capacità di autoprotezione della cute – associata ai raggi UVB – e ne provoca dunque l'invecchiamento precoce». Una ventina di ricercatori hanno poi stabilito che l'esposizione ai raggi ultravioletti artificiali, prima dei 30 anni, aumenta del 75% il rischio di melanoma, la forma più aggressiva di cancro alla pelle, e favorisce lo sviluppo del melanoma oculare. Pubblicati sulla rivista Lancet Oncology, sono proprio questi risultati allarmanti ad aver spinto l'OMS a dichiarare cancerogeni tutti i solarium. Il problema del cancro alla pelle tocca particolarmente da vicino la Svizzera, al secondo posto tra i paesi europei con più casi e al quinto su scala mondiale. Le ultime cifre della Lega svizzera contro il cancro sono inquietanti: nel periodo tra il 2001 e il 2005, annualmente sono stati diagnosticati oltre 1'700 nuovi casi di melanoma, per una mortalità annua di 255 persone. Cifre che vanno probabilmente riviste al rialzo, dato che in Svizzera non c'è l'obbligo di dichiarare la presenza di un tumore.

Svizzera chiamata a legiferare

Attualmente non esiste una base legale federale per l'utilizzo dei solarium, ma soltanto norme di sicurezza per la loro produzione. Da qui la decisione delle autorità di elaborare una nuova legge su tutti gli apparecchi che emettono raggi ionizzanti, come i telefoni cellulari, i solarium, i laser o le applicazioni cosmetiche. Un primo progetto dovrebbe essere pronto entro la fine dell'anno. L'UFSP e diversi parlamentari sostengono l'introduzione di un divieto dell'uso dei solarium ai minori di 18 anni, la cui pelle è molto più sensibile rispetto a quella degli adulti. «Non è facile sensibilizzare i più giovani a una maggiore responsabilità individuale. Questi discorsi funzionano meglio con gli adulti, mentre per i ragazzi è necessario porre un limite chiaro». Questa misura – prosegue Beat Gerber – dovrebbe andare di pari passo con la chiusura dei solarium incustoditi, già in vigore in diversi paesi come gli Stati Uniti, la Germania, l'Italia o la Francia.

Pallido o abbronzato? Questione di moda

Dal canto suo, la Lega svizzera contro il cancro sta conducendo da anni una campagna contro l'abbronzatura. «Cerchiamo di far capire alla gente che la moda della pelle color cioccolato è davvero pericolosa, ma ci vorrà ancora una decina d'anni prima che i giovani assumano un atteggiamento più cauto», sottolinea la responsabile della comunicazione Claudia Weiss. La speranza dell'associazione è dunque che questa corsa alla tintarella sia soltanto una moda passeggera. Nei secoli scorsi, ad avere la pelle abbronzata era soltanto chi lavorava all'aperto - nei campi o sui cantieri – ed apparteneva quindi a un ceto sociale povero. Il pallore del volto era dunque tipico degli aristocratici e dei nobili, che spesso l'accentuavano con l'uso di prodotti cosmetici, mentre l'abbronzatura era più una conseguenza che una scelta. La crescente industrializzazione e il boom economico degli anni Trenta hanno però cambiato la percezione dell'abbronzatura, diventata il simbolo di una vita agiata e sana. Questo almeno fino a pochi anni fa, quando l'aumento dei tumori alla pelle ha portato a una maggiore presa di coscienza degli effetti dannosi dei raggi ultravioletti.

Il sole, un amico oscuro

La radiazione solare non è però soltanto fonte di malattie. Un'esposizione moderata esercita infatti un influsso positivo sulla salute psico-fisica dell'uomo. Diversi studi hanno dimostrato che i raggi ultravioletti favoriscono l'aumento di endorfine, le molecole responsabili della sensazione di benessere, e hanno un impatto importante nella prevenzione della depressione. Il sole, inoltre, è tra i migliori integratori di vitamina D, una sostanza fondamentale per la salute delle ossa. La sua sintesi nel nostro organismo, in forma attiva, dipende dai raggi UVB, che sono però presenti soltanto in quantità ridotta nelle lampade artificiali. E recenti studi dell'università di San Diego hanno sottolineato il ruolo della vitamina D nella prevenzione dei tumori al colon, alla prostata e al seno. Sul tema continua dunque a regnare una certa confusione: i raggi ultravioletti sono amici o nemici dell'uomo? «In linea di principio, l'esposizione al sole – a differenza dei solarium – non è nociva, ma è fondamentale restare prudenti e rispettare alcune regole», conclude Claudia Weiss. Niente sole dunque tra le 11 e le 15, cappellino e occhiali obbligatori, e infine un buon strato di crema con un indice superiore al 15. Perché, come ricorda la Lega svizzera contro il cancro, «ogni scottatura solare, è una di troppo». Stefania Summermatter, swissinfo.ch