A pochi giorni dall’entrata in vigore del Sistri, il sistema di tracciamento digitale dei rifiuti, prevista il 1° giugno, si registrano forti perplessità da parte di tutte le categorie coinvolte, dovute al fallimentare test dell’11 maggio, giorno del cosiddetto “click day”. Giovedì è previsto un incontro tra il ministro Prestigiacomo e la delegazione delle associazioni imprenditoriali.

Intanto, ieri, da Palermo il ministro ha dichiarato: “La data di debutto non è in discussione, si cercherà di non ritardare questo termine. Il nuovo sistema sta per entrare in vigore tra resistenze anche comprensibili – ha poi osservato la Prestigiacomo – ma purtroppo le ecomafie sono una realtà. Si registra un reato ambientale ogni 47 minuti. Entro le prossime ore contiamo di definire con gli operatori del settore una soluzione che dia risposte convincenti per tutti ai problemi sollevati”.

“Stiamo dialogando - ha continuato il ministro - per superare i problemi che sono emersi. Il sistema di tracciabilità dei rifiuti è nato come uno strumento a supporto delle aziende, non contro le loro attività. Entro le prossime ore - ha aggiunto il ministro - contiamo di definire con gli operatori del settore una soluzione che dia risposte convincenti per tutti ai problemi sollevati”.

La principale preoccupazione tra le imprese coinvolte, si parla di 360mila tra industrie, artigiani, aziende di distribuzione e servizi, è legata alle sanzioni pronte a scattare non appena il Sistri entrerà in vigore e alla concomitante inefficienza del sistema informatico ministeriale. Quest’ultimo aspetto comporterà l’inevitabile rallentamento di tutto il ciclo dei rifiuti, dal trasporto allo smaltimento degli stessi, senza peraltro arrestare le pesantissime sanzioni previste dalla normativa. Nasce da qui l’esigenza delle imprese di richiedere al ministro una nuova proroga al sistema Sistri.

Il ministro Prestigiacomo non intendendo far slittare per la terza volta i termini, sembra intenzionata ad agire sull’apparato sanzionatorio. È allo studio degli esperti del ministero la possibilità di introdurre degli esimenti, vale a dire tutte le cause di giustificazione e non punibilità, per evitare le sanzioni, le multe e i sequestri per quei casi in cui la mancata adozione della procedura Sistri non dipenda da negligenza o da violazioni dei soggetti obbligati. A questo punto si creerebbe il problema di un immediato decreto ministeriale che individui i casi particolari di esenzione e questo nel giro di pochissime ore al fine di non far slittare il termine del 1° giugno.

Se questa strada non risultasse percorribile, si dovrà ricorrere a un decreto legge che faccia una sospensione mirata delle sanzioni. Questa seconda ipotesi comporterà lo slittamento del varo del Sistri di 1 o 2 mesi.

La pressione per far slittare i termini intanto aumenta. Si registrano gli interventi di Confai, che dichiara «il fallimento del click day e l'assurdità di rivoluzionare la tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti a metà anno, con l'aggravante di obbligare le imprese a tenere sia una versione informatizzata che cartacea, ci impone di richiedere a gran voce lo slittamento dell'entrata in vigore del Sistri al prossimo 1° gennaio».

Per quanto riguarda il settore delle estetiste che producono rifiuti pericolosi, c’è da ricordare e sottolineare che, essendo questa categoria già tenuta ad avere registri di carico e scarico rifiuti, il passaggio al Sistri comporterà un semplice cambiamento del controllo sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti prodotti cioè si passerà dal sistema cartaceo a quello telematico.

Anche Unisa, l' Unione nazionale stampatori acciaio ha chiesto al presidente del Consiglio la proroga dell'entrata in vigore, reputando «vessatorio e scorretto» il rischio di essere raggiunti da sanzioni imputabili a un sistema non ancora funzionante. Perfino un partito di Governo come la Lega Nord chiede esplicitamente il rinvio del Sistri al 2012, trascinato dalla ribellione che raccoglie le associazioni imprenditoriali di ogni categoria interessata e che è culminata con il Click Day. La richiesta viene dal presidente della Commissione del Senato per il Controllo dei Prezzi e delle Tariffe, Sergio Divina ammettendo che "Il Sistri non funziona e sta dando tanti problemi alle imprese. Probabilmente il sistema telematico non è adeguato alla realtà della piccola impresa artigiana. Il fallimento ha messo anche in luce la fragilità dello strumento stesso. D'altronde un solo server per 350mila punti d'accesso pare effettivamente sproporzionato".

La Fai Conftrasporto, da indicazioni alle imprese, tra cui inviare una lettera ai propri clienti o agli impianti di destinazione, in cui evidenziare che, causa delle lungaggini o del malfunzionamento del sistema Sistri, non sarà possibile assicurare il servizio di raccolta e trasporto, ovvero di gestione dei rifiuti, dal 1° giugno 2011, quando diverrà obbligatorio utilizzare solo ed esclusivamente il Sistri e segnalare ai Carabinieri le difficoltà ad operare derivanti da Sistri, ai fini della non applicabilità delle sanzioni. Ciò può sollecitare l'Arma a chiedere illustrazioni al Governo ed al ministero dell'Ambiente su come operare quando entrerà in vigore il regime sanzionatorio. La Fai ha deciso anche d'intraprendere alcune iniziative legali, tra cui un ricorso al Tar del Lazio per annullare il testo Unico compreso nel decreto ministeriale del 18 febbraio 2011, emettere una diffida singola preventiva al Ministero dell'Ambiente ed attuare una class action (ma solo dopo l'entrata in vigore del sistema).