«Riscoprire il valore dell'Istruzione tecnica per lo sviluppo del Paese» è la frase chiave pronunciata durante il convegno di ieri tenuto dal Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.  Il Ministro prevede l’istituzione di 60 super istituti tecnici (ITS)  che in alternativa a percorsi universitari  formeranno i giovani specializzandoli proprio in quei settori richiesti dalle imprese del territorio. Il piano di studi si suddividerà in quattro semestri per circa 1800/2000 ore di attività didattica che seguirà al normale titolo di scuola media superiore.

«E’ il completamento dell’istruzione tecnica e professionale, - dichiara la Gelmini - un piano realizzato in continuità con il precedente governo, un altro tassello di una riforma che vuole dare pari dignità a tecnici e licei. Ed è la risposta migliore al dato allarmante fornito dall’Unioncamere: 110 mila posti per lavoratori esperti in tecnologie non sono coperti. Esiste una domanda di lavoro che in questo momento il nostro Paese non è in grado di soddisfare, in questo modo speriamo di riuscirci senza avere un atteggiamento rassegnato nei confronti della disoccupazione».

Assolutamente in linea con quanto da tempo Confestetica rivendica: l’esigenza di un percorso formativo di 3 anni, post-diploma di maturità, che servirà a creare figure professionali utili per le imprese.

Il quadro attuale nel settore dell’ estetica, vede uno studente che, dopo aver conseguito la licenza di scuola media inferiore, si mette alla ricerca di una scuola (spesso con la credenza di affrontare uno studio facile e leggero, o come ripiego) per conseguire il titolo di estetista, incontrandosi e scontrandosi con una realtà dalle linee molto confuse.

In Italia, in questo momento, si registra l’esistenza di più di 500 scuole che “sfornerebbero” un esercito di estetisti e molte di queste, tra l’altro, non godrebbero di una fama di eccellenza, se non addirittura risulterebbero essere totalmente insufficienti. Abbiamo,inoltre, molto spesso, assistito al fenomeno di genitori che si sono letteralmente svenati, se si considerano i costi di queste scuole ( circa 10mila euro), per far studiare i loro figli presso strutture inadeguate, per mancanza di professionalità e per l’inadeguatezza dei programmi didattici.

Infatti, per molti di questi ragazzi, una volta introdotti nel mondo del lavoro, la preparazione è risultata quasi sempre “insufficiente” per le esigenze e le professionalità che i centri estetici richiedono, così come dichiarano la maggior parte delle estetiste titolari associate a Confestetica. Le stesse titolari, pertanto, si devono puntualmente sobbarcare il peso economico e morale di provvedere ad adeguare la formazione dei loro dipendenti alle esigenze di professionalità e di mercato. Troppo spesso, la evidente incompetenza, la mancanza di una formazione altamente professionale, viene remunerata, di conseguenza, con stipendi bassi che certamente non appagano i dipendenti. Per questo motivo, e non solo, molti dipendenti,(che sono tanti perché tanti ne sfornano le scuole) per guadagnare di più, abbandonano i centri estetici presso i quali si sono formati e si improvvisano estetisti, in casa, con poche attrezzature e senza osservare le più elementari norme igieniche.

Da qui nasce un fenomeno preoccupante e dilagante, l’ABUSIVISMO! La lotta contro l’abusivismo è proprio il motivo dominante della politica di Confestetica. Primo passo in questa politica di crescita di Confestetica è la richiesta che la figura dell’estetista venga riconosciuta come figura professionale ai sensi dell’art. 2229 e venga trattata come tutti i professionisti. Basta con questa storia dell’estetista artigiana, dell’estetista artista!! Brigida Stomaci, presidente estetiste CNA continua da anni con questa storia! Basta, sono passati i tempi, bisogna andare avanti, bisogna crescere, bisogna farsi rispettare. “Siamo artisti” asserisce la Stomaci in un intervento fatto lunedì scorso presso l’Università di Ferrara “con un cuore e un’anima e quando lavoriamo con le mani mettiamo dentro la competenza, la scienza, il cuore e l’arte e siamo maestri, il resto sono tutte parole”!! Ora vi chiedo un chirurgo, con che cosa lavora? Con le mani, mette dentro competenza, scienza cuore e arte! E per quale motivo non è considerato un artigiano? Perché lavora sul corpo di un essere umano! E perché l’estetista deve continuare ad essere chiamata e considerata artigiana se l’oggetto del suo operato è esattamente lo stesso di un chirurgo e cioè il corpo di una persona( anche se solo sulla superficie), e non un pezzo di legno, né la tela di un quadro né la suola di una scarpa. La vogliamo finire di ridicolizzare la figura dell’estetista ancora nel 2011.

Il mondo va avanti, tutto è in crescita, tutto è in trasformazione, ogni figura conquista i suoi spazi e se li fa riconoscere (vedi gli infermieri, vedi gli optometristi, e tanti altri) solo l’estetista deve continuare ad essere sempre l’ultima ruota del carro, e pagare gli stipendi di chi non le vuole far crescere. Perché queste associazioni CNA e Confartigianato non vogliono collaborare al riscatto sociale e alla crescita professionale dell’estetista? Perché? ve lo siete mai chiesto? Cari estetisti se così fosse non vi potrebbero più gestire!

Ci vuole il riconoscimento giuridico della professione, ci vuole un Albo. Questo ci tutela dagli abusivi, dagli improvvisati, dai delinquenti. Chi non è nell’Albo non è estetista professionista e chi opera senza essere iscritto all’Albo incorre nel reato penale di esercizio abusivo della professione. Ed è FUORI! Per questo sta lottando Confestetica, a questo porterà la proposta di legge 3116 o 3951 una volta approvate. I vantaggi di questa operazione saranno molteplici: per i clienti, perché avranno la certezza di affidarsi a mani di estetiste esperte e competenti, per il fisco che non vedrà più sfumare miliardi di euro di entrate, per i centri estetici che potranno contare su personale altamente qualificato, e ancora per tutti i centri che, con diligenza e professionalità, svolgono il proprio lavoro e non rischieranno più di confondersi con i ciarlatani.

Se su internet si cerca la parola massaggiatrice, viene fuori un elenco di prostitute, e lo stesso se si cerca estetista artigiana (giusto per dirne un’altra sull’artigiano). Allo stesso modo se si cerca la parola estetista viene fuori un elenco infinito di persone che lavorano in casa, e non parliamo della famosa parolina ricostruzione unghie, si scatena il mondo! Tutto troviamo, dalla casalinga alla studentessa, dalla ballerina di night club alla adolescente che per arrotondare (e arrotondano molto bene) lavorano in casa in barba a tutte le regole di buon mercato e leale concorrenza. E potremmo andare ancora avanti.

Ogni figura professionale, pensiamo al medico, all’avvocato, al commercialista, dopo un lungo percorso di studio e formazione, vuole essere inserito in un Albo come legittima ufficializzazione della propria professionalità, per essere riconosciuto da imprese e da enti che così hanno modo di identificarne la preparazione e questi non si sognerebbero mai di fare attività “abusiva”, (anche perché il cosiddetto professionista abusivo è colui che non ha studiato), soprattutto dopo aver seguito un iter che ne ha aumentato conoscenza, professionalità e credibilità.

Una scuola che, dopo il diploma superiore, riesca a fornire le conoscenze tecniche “finite”, di immediata spendibilità sia per lo studente, sia per l’impresa, diventa una strada auspicabile per tutti al fine di formare un’estetista che sia al tempo stesso una figura preparata professionalmente e che non consideri la propria attività un ripiego, ma che veda riconosciuta la sua attività al pari di quella di un professionista altamente specializzato e formato, soddisfacendo, così, le esigenze di tutti gli attori.