Ora bisogna agire d'urgenza. Presentata la bozza del  decreto legge che impedirà alle prostitute di diventare estetiste lavorando in un finto centro estetico. Misure punitive d'urgenza anche per le abusive e per le clienti che le frequentano. ecco il testo che abbiamo inviato: Un decreto-legge è un provvedimento provvisorio avente forza di legge, adottato in casi straordinari di necessità ed urgenza dal Governo, ai sensi dell'art. 77 della Costituzione della Repubblica italiana. È inoltre regolato ai sensi dell'art.15 della legge 400/88. Entra in vigore immediatamente dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, gli effetti prodotti sono provvisori,fino a quando il Parlamento non li converte in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione. scarica documento integrale qui >> Ecco come si diventa estetista in Italia scarica lo schema>>

Oggetto: Modifica Urgente della Legge 1/1990 – Proposta di decreto legge

La scrivente Confestetica è un’associazione senza scopo di lucro il cui fine e obbiettivo è “la rappresentanza, la tutela e lo sviluppo di tutte le imprese operanti nel settore dell’estetica e dell’immagine e del più generale mondo dell’impresa e delle relative forme associate, nonché degli operatori nel settore, nelle loro diverse espressioni” attraverso la cura dei “rapporti con le istituzioni pubbliche e private, la pubblica amministrazione, le organizzazioni politiche, economiche e sociali a livello nazionale, europeo, internazionale ed a tutti i livelli territoriali”, così come indicato nell’art. 2 dello Statuto dell’associazione, che si unisce in copia (doc. 1).

Nell’intento di perseguire gli scopi associativi, Confestetica ha sempre cercato di favorire lo sviluppo della categoria e di conferire alla stessa maggiore professionalità e competenza, tutelando al contempo i propri iscritti e, più in generale, tutte le attività del settore. A tal uopo, Confestetica si è fatta portatrice delle istanze della categoria, raccolte in due proposte di legge che la presente associazione ha dapprima ideato e poi, ovviamente, sostenuto. Ci si riferisce alla proposta di legge n. 3116 d’iniziativa dei deputati Mazzocchi, Angelucci, Malgieri e Aracri, avanzata nel corso delle presente XVI Legislatura, nell’anno 2010 precisamente, rubricata “Disciplina delle professioni di estetista professionale, di onicotecnico e di tecnico dell’abbronzatura artificiale, a tutela della concorrenza e della salute del consumatore”, e alla proposta di legge n. 3951, d’iniziativa dei deputati Montagnoli Alessandro, Reguzzoni Marco Giovanni, Dal Lago Manuela, Allasia Stefano, Torazzi Alberto, Maggioni Marco, Chiappori Giacomo, Desiderati Marco, Follegot Fulvio, Grimoldi Paolo, Lussana Carolina, rubricata “Disciplina della professione di estetista professionale e dell'attività di onicotecnico” che si allegano alla presente (doc. 2 - 3116 - 3951). Il progetto anzidetto nasce dall’esigenza reale della categoria, che vive ogni giorno problemi devastanti legati soprattutto all’abusivismo e, di conseguenza, soffre della volgarizzazione della propria attività. Da qui la necessità di professionalizzazione degli estetisti attraverso l’apposita creazione di un Albo e la disciplina della Professione di Estetista, al fine di avere maggiori certezze in termini di tutela della salute pubblica e di concorrenza leale tra professionisti. Lo stesso disegno di legge, inoltre, prevede un riconoscimento della figura dell’onicotecnico ed introduce la nuova figura del tecnico dell’abbronzatura artificiale. Nelle more del procedimento che porterà eventualmente all’approvazione della proposta legislativa ora richiamata, tuttavia, Confestetica deve necessariamente proseguire la propria attività di associazione di riferimento e portatrice degli interessi di categoria, continuando a monitorare il mercato e il contesto ove i centri estetici si trovano ad operare. Nel fare ciò, la presente associazione non ha potuto fare a meno di rilevare e registrare un preoccupante fenomeno che, oltre a costituire una grave minaccia per la salute ed incolumità pubblica nonché a ledere gli interessi economici della Stato (e di conseguenza della collettività), evidenzia un grave vulnus nel sistema legislativo creato dall’attuale legge di riferimento nel settore dell’estetica, vale a dire la legge 4 gennaio 1990, n. 1. Ci si riferisce, in particolare, all’art. 3 della predetta legge, laddove si precisa che “La qualificazione professionale di estetista si intende conseguita, dopo l'espletamento dell'obbligo scolastico, mediante il superamento di un apposito esame teorico-pratico preceduto dallo svolgimento: a) di un apposito corso regionale di qualificazione della durata di due anni, con un minimo di 900 ore annue; tale periodo dovrà essere seguito da un corso di specializzazione della durata di un anno oppure da un anno di inserimento presso una impresa di estetista; b) oppure di un anno di attività lavorativa qualificata in qualità di dipendente, a tempo pieno, presso uno studio medico specializzato oppure una impresa di estetista, successiva allo svolgimento di un rapporto di apprendistato presso una impresa di estetista, come disciplinato dalla legge 19 gennaio 1955, n. 25, e successive modificazioni e integrazioni, della durata prevista dalla contrattazione collettiva di categoria, e seguita da appositi corsi regionali, di almeno 300 ore, di formazione teorica, integrativi delle cognizioni pratiche acquisite presso l'impresa di estetista; c) oppure di un periodo, non inferiore a tre anni, di attività lavorativa qualificata, a tempo pieno, in qualità di dipendente o collaboratore familiare, presso una impresa di estetista, accertata attraverso l'esibizione del libretto di lavoro o di documentazione equipollente, seguita dai corsi regionali di formazione teorica di cui alla lettera b). Il periodo di attività di cui alla presente lettera c) deve essere svolto nel corso del quinquennio antecedente l'iscrizione ai corsi di cui alla lettera b)”. Secondo la legge attuale che regola la materia, all’art. 3, lettere b) e c), è sancito, dunque, che vi è la possibilità di diventare estetista semplicemente lavorando presso una struttura, anche senza avere prima svolto i necessari studi propedeutici all’attività stessa che, come noto, prevede manipolazioni del corpo umano, con tutto ciò che ne consegue in termini di salute ed incolumità pubblica. Sembrerebbe logico che nessun centro estetico di media avvedutezza possa assumere personale privo di esperienza e delle nozioni, quanto meno di base, per potere trattare una materia così delicata che comporta gravi rischi e responsabilità. In realtà, per come è strutturata la legge, questo è quello che dovrebbe accadere. Il condizionale però è d’obbligo. In realtà la norma in esame è stata utilizzata alla stregua di un grimaldello per violare le (larghe) maglie della legge e consentire che in una categoria per troppo tempo poco tutelata, ma desiderosa di far valere le proprie ragioni e dimostrare la propria serietà, si insinuassero sacche di criminalità, più o meno organizzata. La cronaca riporta quotidianamente casi di centri estetici chiusi per ragioni di ordine pubblico e sicurezza in quanto l’attività era solo un blando schermo a copertura di attività di prostituzione e meretricio. A conferma di ciò, alleghiamo solo una parte delle centinaia se non migliaia di articoli giornalistici che, dall’introduzione della legge in questione, sono apparsi sui quotidiani nazionali e locali e che hanno avuto come oggetto casi giudiziari ovvero azioni delle forze dell’ordine nei riguardi di quelle che, a tutti gli effetti, potevano dirsi vere e proprie case di tolleranza (doc. 3). E la maniera per rendere questo possibile, ovvero per agevolare questa pratica ignominiosa, è proprio la facoltà per i centri estetici di assumere personale non qualificato che, verosimilmente, sarà impiegato da persone senza scrupoli le quali non fanno altro che gettare discredito sulla categoria attraverso l’offerta di prestazioni “speciali” che nulla hanno a che vedere con l’attività di estetista ma si riducono, come intuibile, a mercificazione del corpo. Non vi è dubbio che l’attuale schema normativo di riferimento, per come è strutturato, favorisca questo genere di attività che, lungi dal poter essere definitivamente debellata, per lo meno non dovrebbe essere favorita proprio da quelle misure che dovrebbero invece garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Ma il paradosso appena evidenziato si spinge ancora oltre se si considera che la persona che svolge attività di prostituzione, anziché di estetista, all’interno del centro estetico, dopo 3 anni di esercizio dell’attività, verrà “premiata” dallo Stato col riconoscimento, per legge, del diploma di qualifica professionale di estetista. Non solo. A parere della scrivente associazione, nell’attuale formulazione dell’articolo 3 della legge 1/1990 non vi sono poi nemmeno i presupposti per garantire ai cittadini che il servizio loro offerto dai centri estetici sia svolto solo ed esclusivamente da personale qualificato e all’interno di centri a ciò destinati e dotati delle prescritte autorizzazioni, sanitarie in primis. Confestetica, infatti, sin dalla sua nascita ha dovuto necessariamente prendere atto che nel settore di riferimento vi sono troppe e numerose attività che esercitano nell’ombra, senza il benchè minimo rispetto delle leggi vigenti in materia, costituendo in tal modo una seria e grave minaccia per la salute pubblica e l’incolumità dei cittadini, oltre ad evadere sistematicamente il sistema tributario e fiscale, falsando altresì la concorrenza.

La presente esponente ha fatto della lotta a questo vero e proprio mondo sommerso, che si stima avere un giro di affari di circa 2 miliardi e 880 milioni di Euro all’anno, come riportato nella tabella di cui sopra, uno dei punti di forza della propria azione, volta a mettere in luce, però, anche e soprattutto i rischi che corre il privato cittadino affidandosi a strutture improvvisate ovvero precarie come quelle in cui si trovano ad operare gli estetisti abusivi. Non vi è chi non veda come una tale situazione, non più sostenibile e capillarmente diffusa in tutta la penisola, vada ad incidere negativamente su diversi aspetti della vita quotidiana, non solo della categoria in questione, ma di tutti i cittadini che usufruiscono dei servizi del centro estetico. In considerazione dei molteplici interessi coinvolti, che spaziano dalla salute pubblica all’economia, passando attraverso l’ordine pubblico e la sua tutela, Confestetica ha deciso di inviare la presente lettera a tutti gli organi apicali dello Stato, a partire dai Ministeri, per sensibilizzare tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella trattazione di questo che, a parere dell’esponente è un grave problema che merita di essere trattato con urgenza. Di qui la proposta di un decreto legge che, di seguito, si andrà ad illustrare, per modificare la legge n. 1/1990 nei limiti sotto indicati. Vi sono ragioni di necessità ed urgenza, infatti, che impongono un intervento rapido per salvaguardare, in primis, la salute dei cittadini in un periodo dell’anno, come quello estivo, in cui il ricorso ai centri estetici (abusivi) è maggiore, considerato che la bella stagione consente una maggior esposizione diretta del corpo che, pertanto, necessita di adeguati trattamenti. Si moltiplicano, poi, i ricorsi ai c.d. massaggiatori di spiaggia, vale a dire personaggi privi di ogni competenza e di autorizzazione che, in contesti del tutto inadeguati, manipolano il corpo umano con tutte le nefaste conseguenze del caso. La categoria degli estetisti non può più tollerare la sistematica equiparazione della propria attività a quella di case di tolleranza ovvero a quella svolta da imprenditori di dubbia moralità, dovuta al fatto che, come detto, complice una sfortunata ed inadeguata lettera della legge 1/1990, molti centri estetici sono stati usati come schermo per prostituzione e meretricio. L’urgenza di intervenire con la forma del decreto legge, inoltre, mai come oggi sembra opportuna, dal momento che le sfavorevoli condizioni in cui gli onesti operatori del settore dell’estetica si trovano oggi ad operare, a causa della crisi economica, non solo italiana ma mondiale, ancora in atto, sono rese ancor più difficili, per non dire impossibili, dalla subdola e meschina concorrenza di un mondo sommerso ed abusivo che, forte della possibilità di eludere il fisco, offre prestazioni sottocosto. Ovviamente, per rendere pienamente effettivi i livelli di tutela offerti dai correttivi proposti di seguito a modifica delle norme considerate oggi insufficienti, sarà necessario inasprire le blande sanzioni che l’art. 12 della legge 1/1990 applica a chi esercita abusivamente l’attività di estetista. Alla luce di siffatte considerazioni, Confestetica, in persona del Presidente Nazionale, è lieta di poter offrire il proprio contributo alla modifica della legge 1/1990, nell’intento di perseguire il bene, non solo della categoria tutelata, ma anche della collettività, attraverso le seguenti modifiche.

“PROPOSTA DI MODIFICA DELL’ART. 3 ED ART. 12, LEGGE 4 GENNAIO 1990, N. 1 ATTRAVERSO L’ADOZIONE DI UN DECRETO LEGGE”

La proposta di decreto legge dovrebbe prevedere l’abrogazione dell’art. 3, comma 1, limitatamente alla lettere a), b) e c), con l’introduzione di nuovi commi, come evidenziato di seguito:

Il decreto legge, come detto, dovrebbe poi prevedere l’inasprimento delle sanzioni di cui all’art. 12 della legge 1/1990, in quanto troppo poco incisive e prive di qualsiasi conseguenza per il trasgressore se non quella di pagare una sanzione pecuniaria che è rimasta per oltre venti anni, vale a dire dalla emanazione della legge, sempre la stessa, salvo la conversione in Euro.

Non vi è dubbio che le correzioni alla legge 1/1990 appena esposte si pongono come un temporaneo ma necessario rimedio per la stabilizzazione di un settore quale quello in esame fortemente minacciato e minato nella sua base dalle criticità sopraindicate, nell’attesa che il legislatore voglia intervenire nella maniera e nei modi indicati dai disegni di legge pendenti in Parlamento e volti ad una riforma organica dell’attività di estetista. Confestetica, pertanto, chiede che il proprio appello in tal senso non cada nel vuoto ma venga preso in seria considerazione da tutti gli organismi che sono stati raggiunti dalla presente lettera, dichiarandosi sin da ora disponibile ad intervenire fattivamente nella costruzione di un futuro migliore, non solo per la categoria ma anche per la collettività, mettendo a disposizione delle istituzioni la propria competenza e professionalità. Certi di un riscontro, con l’occasione porgiamo i nostri migliori saluti. Confestetica Presidente Nazionale Dott.ssa Angelica Pippo Confestetica Segretario Nazionale Papa Roberto ALLEGATI: doc.1 Atto Costitutivo e Statuto: CONFESTETICA | CONFEDERAZIONE NAZIONALE ESTETISTI; doc.2 Proposta di legge: MAZZOCCHI ed altri: "Disciplina delle professioni di estetista professionale, di onicotecnico e di tecnico dell'abbronzatura artificiale, a tutela della concorrenza e della salute del consumatore" (3116) Proposta di legge: MONTAGNOLI ed altri: "Disciplina della professione di estetista professionale e dell'attività di onicotecnico" (3951) doc.3 Rassegna Stampa: Articoli di cronaca sui centri estetici chiusi per prostituzione