Il 15 luglio 2011, il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, dopo aver chiesto al Consiglio Superiore di Sanità un parere sul decreto emanato dal Ministro della Salute francese circa il divieto dell’uso di cocktail di farmaci nei trattamenti di lisi adipocitaria (distruzione delle cellule di grasso), ha dichiarato che anche il Css sconsiglia l’uso di cocktail farmacologici nei trattamenti mesoterapici, benché in Italia non si ravvisino denunce relative a gravi complicanze post trattamenti di lipolisi. La Martini ha inoltre comunicato che acquisirà dalla HAS (Haute Autoritè de Santè) francese la casistica relativa alle complicanze sopravvenute a seguito di trattamenti di lipolisi e istituirà un Osservatorio, costituito da elementi competenti del Ministero della Salute, per tenere sotto controllo eventuali situazioni problematiche ravvisabili nell’ambito dei trattamenti estetici mesoterapici. Il fine di tale intervento ad opera del Sottosegretario alla Salute è quello di informare correttamente i cittadini che ricorrono ai suddetti trattamenti senza creare inutili allarmismi. Per avere un quadro più generale della questione però, è opportuno fare un passo indietro. L’11 aprile 2011 in Francia è stato emanato il decreto n. 2011-382 che vietava la pratica di ben cinque tecniche estetiche di lipolisi in aggiunta alle altre tecniche lipolitiche che si avvalgono di agenti fisici esterni (ultrasuoni focalizzati, laser, infrarossi, radiofrequenza); le suddette pratiche vengono utilizzate spesso come alternativa non chirurgica alla liposuzione e sono: • iniezioni di soluzioni ipo-osmolare; • iniezioni di prodotti lipolitici; • iniezioni di miscele mesoterapiche; • carboxiterapia; • uso di laser transcutaneo senza aspirazione. Il decreto fa leva sulle disposizioni dell’articolo 1151-3 del Codice Francese della sanità pubblica che vieta tutti i trattamenti prettamente estetici, a meno che non si abbia la certezza assoluta che i suddetti trattamenti non ledano la salute del cittadino. Il decreto è stato emanato poiché l’HAS francese ha valutato l’occorrenza di gravi complicanze in 23 pazienti trattati con iniezioni di soluzioni ipoosmolari, 10 dei quali hanno dovuto sottoporsi a trattamenti chirurgici per ottenere la risoluzione del danno estetico. Come è intuibile, il provvedimento, non appena è stato emanato ha suscitato un forte fermento e gravi polemiche nella comunità medico-scientifica e in quella delle imprese francesi di settore, data la grandissima quantità di trattamenti di lisi adipocitaria che quotidianamente vengono effettuati in Francia. Il Consiglio di Stato francese, infatti, da parte dei medici e delle imprese che praticavano le tecniche estetiche in questione, ha rivolto una domanda di sospensione e/o cancellazione del decreto considerando inoltre che i medici e le società che hanno fatto ricorso hanno dimostrato che il numero di interventi mal riusciti non era significativo e, in quei casi in cui si è dovuto ricorrere alla chirurgia per “riparare” gli esisti indesiderati, le complicanze sopraggiunte erano dettate da una non corretta esecuzione dei trattamenti, da apparecchiatura non approvate, da errori di applicazione dei prodotti, da assenza di asepsi ecc.. Per tali motivi, il 17 giugno 2011, il giudice competente del Consiglio di Stato francese, attraverso un’ordinanza specifica, ha sospeso temporaneamente l’esecuzione del provvedimento; ciò non vuol dire che esso sia stato annullato ma semplicemente che i prossimi mesi serviranno per analizzare più approfonditamente i casi di esisti indesiderati post trattamenti lipolitici per assumere quindi decisioni definitive. Il dibatto ad oggi è ancora aperto ed è necessario trovare presto una direzione definitiva da seguire per l’intera Comunità Europea perché, se è vero che non è opportuno rischiare la vita per una ruga sul viso o un po’ di adipe sui glutei, è altrettanto vero che è giusto migliorare la qualità della vita di chi ravvisa tali inestetismi sul proprio corpo attraverso però una diagnosi corretta, trattamenti eseguiti secondo scienza e coscienza e soprattutto un’educazione alla prevenzione. Le Società Scientifiche italiane ed europee di medicina estetica, già nel mese di maggio 2011, hanno annunciato che avvieranno a livello europeo un censimento degli eventi avversi che coinvolgerà tutti i medici che si occupano di medicina estetica. Al termine di tale censimento verranno messi in circolazione all’interno della Comunità Europea dei protocolli di cura al fine di aggiornare le linee-guida sui trattamenti oggetto del divieto francese.