In questi anni abbiamo assistito a molte ingiustizie nei confronti dell’estetista che a nostro avviso sono molto gravi. Partendo da un dato molto significativo, ovvero che ogni anno si svolgono oltre 80 milioni di trattamenti nei centri estetici ed essendo questo un settore che non soffre la crisi, abbiamo visto più volte come altre categorie, cerchino di sconfinare in questo settore. Si sta tentando di togliere all’estetista quello che nell’ultimo decennio ha sempre fatto, ovvero trattamenti estetici con alta tecnologia, consentiti all’estetista ai sensi di legge. Sarà il forte business che fa accanire così tanto un piccolissimo numero di medici? Sappiamo che il fenomeno della concorrenza per i trattamenti estetici è presente anche in ambito medico tra specialisti di chirurgia plastica e medici di altre specialità: quest’ultimi spesso si improvvisano a fare chirurghi plastici. Vediamo ora alcuni retroscena che hanno portato al depotenziamento di alcune apparecchiature e all’eliminazione di altre. Nella Nota del 2004, redatta dall’Ing. G.A. Zapponi, Direttore del Dipartimento Tecnologie e Salute, si legge che riconosceva i centri estetici come aziende artigiane di estetica e le estetiste quindi come artigiane che lavoravano in un contesto normativo che non offriva alcuna garanzia né ai clienti finali né alle estetiste stesse. Quest’ultime “obbligate” dal mercato a fornire ai propri clienti sempre nuovi trattamenti dai risultati non scientificamente accertati ed i clienti finali inconsapevoli di andare incontro a seri rischi indebiti legati all’uso dei macchinari estetici. Confestetica fa presente che il parere dell’Ing. G.A. Zapponi ha creato nell’ultimo decennio seri danni all’intero comparto, poiché in forza di questo parere, che non può certo essere sostituito alla legge dello Stato, alcune Regioni, quali il Veneto ad esempio, hanno impedito la vendita e l’utilizzo del laser per epilazione ai centri estetici andando per questo contro la legge 1/90. Nelle varie Giunte Regionali di questi ultimi anni si evince che “in particolare, per i corsi di estetista, ai sensi del parere dell’Istituto Superiore della Sanità del 7 Marzo 2005, n. 12482, l’uso del laser per l’epilazione (qualunque tipologia) nell’attività di estetica è riservata a personale medico, a pena di revoca dell’autorizzazione allo svolgimento del corso”. Con la conseguenza che i diplomi di estetista sono stati fregiati con il divieto dell’uso del laser per epilazione. Il fatto che tale laser sia di pertinenza esclusivamente medica è un’opinione dell’Ing. Zapponi priva di fondamento scientifico. L’Istituto Superiore di Sanità, nel 2007, riconosceva la necessità di formazione ed aggiornamento delle estetiste in concomitanza ai processi di evoluzione tecnologica delle apparecchiature estetiche, sottolineando il possibile rischio derivante dall’uso dei macchinari non come qualità intrinseca ad essi, o meglio non come esclusiva, ma in riferimento alla preparazione e conoscenza degli operatori. Esprimeva dubbi circa il fatto che le scuole regionali di estetica fornissero l’adeguata formazione e aggiornamento di cui sopra che, proprio in forza del suo parere del 2004, sono state obbligate ad eliminare l’insegnamento dell’uso del Laser estetico per l’epilazione, pena la revoca dell’autorizzazione dello svolgimento dei corsi. Confestetica ricorda che anche se lo Stato, a causa del vuoto normativo, non ha badato alla formazione delle estetiste in merito alle tecnologie avanzate, le stesse hanno provveduto autonomamente alla propria formazione e a quelle delle loro dipendenti, seguendo corsi anche universitari. Quindi non ci risulta che ci siano corsi regionali, spesso di appartenenza alle associazioni artigiane, che abbia strutturato dei corsi di aggiornamento per l’estetista con queste tecnologie. Inoltre, le titolari dei centri, si sono sempre occupate di autovigilanza del proprio istituto, non facendo utilizzare apparecchi elettromeccanici per uso estetico alle apprendiste, colleghi o collaboratori, se non dietro opportuna formazione. La formazione corretta e continuativa è quindi la chiave di volta per risolvere l’annosa questione della pericolosità o meno dei macchinari estetici che a sua volta è legata alla possibilità o meno del loro uso presso i centri estetici senza che gli apparecchi stessi vengano depotenziati. Confestetica, con le sue leggi 3116 e 3159, ha puntato molto sull’introduzione di percorsi di educazione continua in estetica (ECE) e, soprattutto, Confestetica ha proposto, come titolo di studio per l’estetista, una laurea triennale in quanto la categoria ha bisogno di una figura professionale. Tali obiettivi di crescita del settore sono stati più e più volte minati dalle associazioni artigiane tramite proposte di legge che invece tendono a spopolare le scuole di estetica facendo sì che le giovani ragazze in cerca di un percorso formativo da intraprendere tendano ad orientarsi altrove. CONFARTIGIANATO e CNA hanno proposto infatti l’aumento degli anni scolastici da 2 a 4 (dopo la terza media) per diventare estetista. Senza considerare il raddoppio non solo degli anni scolastici, ma anche quello delle spese economiche per sostenerli, ci si troverà di fronte a un tipo di scuola che dopo ben 4 anni non rilascia alcun diploma di maturità spendibile per accedere eventualmente a corsi universitari. Moltissime scuole professionali per estetista sul territorio nazionale appartengono alle associazioni artigiane, per cui ancora una volta queste ultime puntano ad accrescere i loro benefici a discapito dell’intera categoria e del consumatore. Su sei disegni di legge presentati, il comitato ristretto della X Commissione parlamentare preposta per la strutturazione di un testo di legge unificato, ha redatto un testo di legge che risulta essere la copia esatta dei disegni presentati da CONFARTIGIANATO e CNA, bocciando anche gli emendamenti proposti da Confestetica relativi alla necessità di formazione continua obbligatoria per le estetiste e all’introduzione di un corso universitario triennale obbligatorio. Nel 2004, l’Istituto Superiore di Sanità ragionava inoltre sul fatto che il Laser in oggetto, apparecchiatura senza dubbio elettronica, definito “estetico” per un’infelice scelta del legislatore, non potesse far riferimento a quello utilizzato per l’epilazione perché tale uso è intervenuto anni dopo l’emanazione della 1/90 (intorno al 1996/1997). L’Istituto Superiore di Sanità concludeva quindi l’argomento ribadendo che l’uso di questo laser, anche quello per l’epilazione, doveva essere riservato a personale medico, dotato di conoscenza scientifica teorico-pratica. Confestetica in merito ai pareri dell’Ing. Zapponi, oltre a far notare quanti danni hanno portato alla categoria, ribadisce che: -   l’Ing. Zapponi deve sapere che il laser per l’epilazione è in uso dal 1978 prima dell’emanazione della legge 1/90, contrariamente a quanto da lui stesso affermato (intorno al 1996/1997); -   il laser di classe 4 può essere utilizzato sia per l’epilazione ad uso estetico, sia per uso medico e non si comprende da quale fonte abbia attinto l’ing. Zapponi, visto che nei suoi pareri, stabilisce che il laser per l’epilazione è solo di pertinenza medica, per questo andando contro la legge 1/90, disorientando le pubbliche amministrazioni di quasi tutto il Paese, con ingenti danni per gli operatori e i cittadini/clienti. La definizione del laser di classe 4 è classificato come laser pericoloso: “è pericolosa l'osservazione anche della radiazione diffusa da uno schermo, può causare danni a carico della cute e può essere causa d'incendio, è necessario evitare l'esposizione dell'occhio e della pelle alla radiazione diretta o diffusa” e non è definito di esclusiva pertinenza medica. Nei centri estetici ci sono apparecchi che possono creare gli stessi danni di un laser estetico o IPL estetica, come ad esempio il vaporizzatore. L’epilazione, da che mondo e mondo, è sempre stato un trattamento estetico e non medico. Tra l’altro attualmente non risulta la presenza statisticamente significativa di danni causati da laser estetici per l’epilazione. Concludendo il laser per l’epilazione che attualmente l’estetista può utilizzare ai sensi del decreto di recente emanazione è altrettanto pericoloso per l’estetista qualora non fosse adeguatamente formata al suo utilizzo, con una particolare differenza che, con i parametri espressi nella scheda tecnica, l’efficacia del trattamento non è garantita. Non è il laser per l’epilazione ad essere pericoloso, ma è pericoloso colui che non è in grado di utilizzarlo: questo vale per le estetiste, per i medici e per gli operai specializzati delle acciaierie. A noi sembra che questo grande interesse per l’epilazione laser, da parte di una categoria che non si è mai occupata di depilazione, sia prettamente motivata da un forte business che c’è dietro a tali trattamenti.