Anche nei centri estetici, è aumentata l’IVA dal 20 al 21% per cerette, massaggi, manicure e tutti gli altri servizi e prodotti. Ancora una volta, si torna a parlare di artigiani e professionisti, e l’estetista,oggi, viene penalizzata in quanto è un’artigiana. E’ proprio contro questo sistema che Confestetica si sta battendo da anni. Ed oggi, forse a tutti comincia ad essere più chiaro perché Confestetica vuole che l’estetista venga riconosciuta come una figura professionale. Come è noto solo CNA e CONFARTIGIANATO insistono ancora a volere l’estetista artigiana, e questo, ancora una volta, danneggia la categoria. Prendiamo atto, invece, che almeno l’Unione Artigiani la pensa diversamente dalle altre due associazioni artigiane il cui dirigente degli acconciatori  della provincia di Milano Franco Scarpanti riferisce che: “Più di una volta abbiamo richiesto di essere parificati ad altri professionisti e lavoratori autonomi che dispongono di questa facoltà, ma le nostre richieste sono rimaste lettera morta”. “ Il ritocco è, di fatto, un aumento della tassazione diretta poiché, com’è noto, le ricevute rilasciate da un’estetista al suo al cliente riportano il costo dei trattamenti già comprensivo d’Iva che corrisponde al prezzo esposto. Diversamente vale per quasi tutte le altre prestazioni professionali, dove l’Iva, invece, è a carico del consumatore finale”. “Il punto percentuale in più va quindi a carico totale dell’estetista che certo non se la sente di “recuperare”, ritoccando il suo listino di qualche decina di centesimi per ogni trattamento”. Un professionista emette ricevuta fiscale con l'imponibile separato dall'iva e quando comunica il prezzo della prestazione è sempre iva esclusa. Vediamo, attraverso questo schema, quanto costa in più ogni anno essere artigiano all'estetista

Siamo perfettamente in accordo con quanto sostiene l’Unione Artigiani, e vi comunichiamo qualche altra verità: Nel 2010 Confestetica ha presentato 2 disegni di legge dove in entrambi si stabiliva la figura dell’estetista come professionista, ma CNA e CONFARTIGIANATO, di contro, hanno presentato ben 3 disegni di legge identici tra loro, che vogliono l’estetista artigiana. Questi 5 disegni di legge, sono stati trasformati in un testo unico di legge, dove l’estetista, purtroppo, pare debba rimanere una figura artigianale. Ovviamente Confestetica non si ferma e sta azionando tutti gli strumenti per capire se questo comitato ristretto (che sta decidendo le sorti degli estetisti italiani) sia semplicemente incompetente in materia, oppure qualcuno dei componenti, potrebbe avere interesse a favorire CNA e CONFARTIGIANATO intese come struttura, in spregio a tutta la categoria e ai consumatori. Che l’estetista debba essere una professionista non lo dice solo Confestetica, ma lo dice il Ministero della Salute e il Consiglio Superiore di Sanità, che addirittura per questa figura professionale suggeriscono di “includerla nelle professioni sanitarie”. Allo stato attuale, ancora una volta, l’estetista abusiva che lavora in casa (in nero) ne ha la meglio, non paga l’IVA, non la farà pagare nemmeno alle sue clienti, alimentando sempre più l’evasione fiscale e creando la peggiore concorrenza sleale che ci possa essere. Ovviamente, a questo non sono neanche previste soluzioni, in quanto nel disegno di legge unificato, la decima commissione, mal consigliata da CNA e CONFARTIGIANATO, ha omesso le sanzioni per le abusive (348 c.p) e per le loro clienti, che, invece, aveva proposto Confestetica nel suo disegno di legge. Schema per il calcolo dell'IVA