Finalmente è stata fissata l’udienza per il ricorso al TAR del Lazio avverso il decreto 12 maggio 2011 n.110. La data è il 3 novembre 2011. Il ricorso è rivolto a chiedere la sospensione, in via cautelare, immediata del decreto. Qualora la richiesta, quindi, venisse accolta il decreto cesserebbe di avere i suoi effetti immediatamente. Confestetica ha proposto ricorso al TAR contro il decreto 12 maggio 2011, n. 110, in quanto questo decreto ha effetti negativi su tutta la categoria, poiché, restringendo in un elenco le apparecchiature ad uso estetico risulta devastante, in quanto limita fortemente l’evolversi delle nuove tecnologie e di conseguenza l’evolversi delle stesse attività commerciali. Nell’elenco, tra l’altro, sono assenti, già adesso, moltissime apparecchiature ad uso estetico, e presenti da sempre negli istituti. Dicono che questo decreto “offra garanzie di sicurezza e di chiarezza in relazione ai macchinari che gli operatori del settore possono utilizzare” ma questa affermazione è superflua, visto che ogni apparecchiatura immessa sul mercato deve già, per legge, essere garantita e resa sicura dal costruttore stesso. Dicono anche che questo decreto “pone l’Italia quale paese precursore a livello europeo in termini di regolamentazione legislativa del settore”. Anche in questo caso, non ci vuole molto a capire che tale affermazione è del tutto assurda, visto che in tutta Europa ogni estetista non ha un elenco di apparecchiature che ne limita la professione, ma utilizza tutte le apparecchiature con destinazione d’uso estetico. Tra l’altro la dicitura “apparecchiature ad uso estetico” è un’invenzione tutta italiana, visto che in tutto il mondo le apparecchiature si distinguono tra medicali e non medicali. Ma cosa accadrà all’estetista, dopo il 3 novembre, se venisse accolto il ricorso e venisse sospeso il decreto 110/2011 in via cautelare? L’estetista potrà continuare ad utilizzare tutte le apparecchiature ad uso estetico (non medicale nel resto d’Europa), nessuna esclusa, come del resto ha fatto per 21 anni e come hanno sempre fatto e fanno tutte l’estetiste d’Europa. Cosa accadrà, invece, se il ricorso non dovesse essere accolto, e quindi il decreto non venisse sospeso? Il Ricorso al Consiglio di Stato è il passo successivo, che ci permetterà di portare avanti le nostre argomentazioni circa l’inadeguatezza di questo decreto. Ma questo argomento lo affronteremo qualora ce ne dovesse essere bisogno, ora aspettiamo fiduciosi la pronuncia del Tar del Lazio.