Spezziamo queste catene

È ormai evidente che il decreto 110 del luglio 2011, stia creando gravissimi problemi a costruttori, rivenditori, estetisti e clienti finali.

È noto a tutti che, quando la legge 1/90 fu promulgata, allegata ad essa vi era l’elenco delle apparecchiature che l’estetista avrebbe potuto utilizzare, apparecchiature che, sapientemente e professionalmente, ha utilizzato per oltre 21 anni. 


Il decreto, di cui alla Legge 1/90, doveva essere emanato entro 120 giorni di tempo, quindi entro il maggio 1990, perché tale decreto doveva determinare le caratteristiche tecnico-dinamiche delle apparecchiature, già riportate nella stessa legge, cioè le famose e tanto attese schede tecniche.E anche i costruttori, dal canto loro, si sono attenuti allo stesso elenco per costruire le apparecchiature estetiche a norma di legge.

Le caratteristiche tecnico-dinamiche di tali apparecchiature, invece, sono state prodotte ed emanate attraverso il decreto solo nel 2011, ovvero 21 anni dopo.  

I costruttori, in ogni caso, dal 1990 al 2011 hanno prodotto legalmente le apparecchiature così come elencate nella legge del 1990; anche se le caratteristiche tecnico-dinamiche non erano mai state prodotte. Questo perché  i costruttori, in mancanza delle caratteristiche tecnico-dinamiche,  si sono attenuti a regolamentazioni europee e  regolamenti nazionali, che nel frattempo hanno colmato questo vuoto. Lavorando con ingegno e creatività, investendo in sviluppo e ricerca, hanno portato il settore dell’estetica, in questi 21 anni passati, ad essere leader mondiale, con una forte crescita ed un grosso sviluppo. 

Le cose sono cambiate drasticamente con l’entrata in vigore del decreto 110/2011.  I costruttori hanno perso totalmente la “sovranità industriale, lo sviluppo e la ricerca, le creatività progettuali ed innovative”!

Il decreto ha ingabbiato, con limiti invalicabili, tutte le caratteristiche tecnico-dinamiche che ogni apparecchiatura estetica deve avere per essere considerata a norma, attraverso 22 schede tecniche, una per ogni apparecchiatura presente in elenco, privando i costruttori di determinare la destinazione d’uso in quanto è già tutto deciso con il decreto.

In sostanza il Ministero dice al costruttore come deve costruire una nuova tecnologia attraverso delle schede tecniche preconfezionate.

È come se il Ministero dicesse ad un produttore di creme come deve fare un cosmetico, preconfezionandogli la formula chimica, bloccando così lo sviluppo, la ricerca, la creatività e l’innovazione (ovvero, se vuoi fare una crema per pelli secche, questa è la ricetta).

Per i cosmetici esiste la legge 713/86 e seguenti, che determina quali siano gli ingredienti che si possono utilizzare per produrre un cosmetico, ingredienti, questi, riportati in etichetta come codice INCI; ma questa legge, come è giusto che sia, non dice ai produttori come devono formulare le loro ricette cosmetiche, ma lascia, giustamente a loro, l’inventiva, l’ingegno, lo sviluppo e la ricerca, perché solo cosi si garantisce lo sviluppo e la crescita di un settore. 

Per i costruttori di apparecchiature, invece, il libero ingegno, l’inventiva, la ricerca, lo sviluppo sono stati inibiti dal decreto 110/2011 che detta regole assurde.

L’effetto di queste restrizioni risulta evidente dagli studi sui dati del settore, di oltre un anno, che ci mostrano un compartimento in retrocessione esagerata!

Questo decreto, tra le altre assurdità, ha previsto un tavolo tecnico, presso i ministeri dello Sviluppo economico e della Salute,  che avrebbe il compito di implementare o revisionare le nuove tecnologie per l’estetica; in oltre un anno di lavoro, con incontri mensili tra Ministeri e rappresentanze di categoria, non si è arrivati praticamente ancora a nulla riguardo la revisione delle apparecchiature inserite in elenco e l’implementazione di nuove tecnologie. Questo fa capire quanto sia assurdo tutto questo e quanti danni stia creando all'intera filiera estetica, sembra di rivivere i piani quinquennali dell'economia pianificata dell'Unione Sovietica di Stalin [vedi]

Pensate cosa accadrebbe al mercato dell’informatica o della telefonia se con un decreto si dovessero preconfezionare le caratteristiche tecnico-dinamiche di produzione attraverso una scheda dettagliata per ogni tecnologia presente sul mercato: il risultato sarebbe una stagnazione ed una ghettizzazione del settore e ciò è semplicemente impensabile!!!

Ma la cosa che ci meraviglia maggiormente è che ci sono alcuni costruttori, alcune associazioni e alcuni giornali di settore che sono soddisfatti di questo risultato assurdo. Risultato di evidente stagnazione e di grave retrocessione che va avanti da oltre due anni nel settore dell’estetica. Settore che fino al 2011 è stato leader mondiale indiscusso; ma, a sentir  loro, “meglio questo decreto che avere niente”, non rendendosi conto che per tali apparecchiature esistono regolamentazioni europee e nazionali.

Da un’indagine svolta al Cosmoprof di quest’anno è risultato che molti costruttori italiani hanno tra loro una costante comune, ovvero, stanno pensando di produrre tecnologie per l’estetica, prevalentemente per l’estero o solo per farmacie e medici. Praticamente stanno, gradualmente, uno dopo l’altro, abbandonando la categoria degli estetisti, in quanto “con questo decreto” – dicono – “è molto complicato produrre apparecchiature efficienti e che garantiscano risultati dimostrati”! La conseguenza è che da primi al mondo del settore, stiamo velocemente spostandoci verso gli ultimi posti, con l’aggravante che i produttori esteri, come è ovvio che sia, se ne guardano bene da proporre in Italia nuove te

Alla luce di quanto fin qui considerato, qual è la riflessione finale?

Per 21 anni le aziende e gli estetisti italiani hanno contribuito, senza precedenti al mondo, ed in modo del tutto legittimo, a far sviluppare questo settore. Attenendosi alla legge 1/90, alle normative europee e nazionali, hanno portato il settore italiano dell’estetica ad effettuare ogni anno oltre 100 milioni di trattamenti estetici su clienti finali.

Oggi, invece, l’emanazione del decreto 110/2011, con il suo assurdo ritardo di oltre 21 anni, ha letteralmente paralizzato l’intera filiera dell’estetica italiana, in quanto va a bloccare con le 22 schede tecniche, il parco macchine utilizzabili dagli estetisti italiani, quando il mercato, nel frattempo, dispone di infinite tecnologie ad uso estetico, già normate dall’Europa e dall’Italia, ma che a causa di questo decreto assurdo ed anacronistico, all’estetista ne è impedito l’utilizzo.   

La conseguenza di tutto questo, come del resto era prevedibile, è la paralisi totale del settore dell’estetica con un calo degli acquisti,  da parte dei titolari di centro estetico, di nuove tecnologie che supera il 65%.

Il settore dell’estetica, nonostante la crisi, ha comunque, avuto una crescita costante, ma il fatto di non avere più a disposizione nuove tecnologie, lo sta spingendo,  sempre più,  verso il baratro della retrocessione.

In tempi non sospetti,  prevedendo con timore tutto quello che sta accadendo, Confestetica aveva fatto ricorso al TAR contro il Decreto.

Purtroppo il ricorso non è stato accolto e ci preme segnalare un fatto gravissimo: il primo giudizio del Ricorso era stato affidato ad un giudice del Tar che faceva parte dello stesso Ministero della Salute, il quale, da una parte era membro dello stesso Ministero e dall’altra voleva essere anche giudice giudicante del nostro ricorso.  

Per questo Confestetica ha ricusato il giudice evidenziando l’incompatibilità a giudicare tale ricorso, ma a quanto pare la sentenza del TAR sembrava già scritta.

In Italia si capisce se ci sono più distratti, più incompetenti o più furbi!!!

 

Ma non tutto è perso!

È nostra intenzione ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza emessa dal TAR, per chiedere una giustizia che ci spetta e che solo un organo così supremo ed imparziale ci può dare, visto che le argomentazioni portate nel nostro ricorso sono palesemente di merito e di forma.

Chiederemo la sospensione immediata in via cautelare del decreto 110/2011 con l’esito che dovrà essere pronunciato entro maggio/ giugno prossimi, in attesa del giudizio definitivo.

Per fare questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti coloro che abbiano interesse che questo decreto venga eliminato.

Da qui inizia la nostra raccolta fondi con la partecipazione di tutti per far fronte alle sostanziose spese che servono per ricorrere al Consiglio di Stato attraverso legali specializzati.

I termini per il deposito degli atti di sospensione cautelare e inizio procedimento contro il Consiglio di Stato scadono a META’APRILE, entro questa data dobbiamo riuscire a raccogliere i 9700 Euro che ci servono per far fronte a tutte le spese necessarie. Ed è per questo che, tutti  insieme, con un piccolo contributo, possiamo portare a casa il risultato tanto atteso: la sospensione ed eliminazione di tale decreto. 

Sapete che come Associazione senza scopo di lucro viviamo grazie ai vostri contributi economici e di volontariato e questa è una spesa molto grande da poter essere affrontata da soli, ora chiediamo aiuto a chiunque voglia darci una mano.

Ringraziamo anticipatamente quanti ci vorranno sostenere in  questa battaglia, aziende o estetiste. 

Per le aziende che vorranno darci il loro sostegno verrà dedicata una pagina speciale e permanente di ringraziamento sul portale di Confestetica.

Per informazioni: cell. 333.87.500.87 

 

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