Pulzia-del-viso-estetista-a-rimini (1)Confestetica, quale rappresentante della categoria degli estetisti, non può restare indifferente dinanzi alla scesa in campo di Federfarma, che accusa un’estetista di aver pubblicato sulla sua pagina facebook informazioni, secondo suo dire, gravemente lesive dell'immagine dell'intera categoria dei farmacisti. Questi i fatti:
Alcuni giorni fa un’estetista ha pubblicato sulla pagina facebook del proprio centro estetico un post dove, rivolgendosi ad una cliente, pone queste domande: Il tuo farmacista è uno specialista della pelle? Il tuo farmacista ti fa una consulenza approfondita prima di consigliarti prodotti? Il tuo farmacista ti guarda senza trucco? Il tuo farmacista tocca la tua pelle? Il tuo farmacista ti fa domande mirate sulle tue abitudini? In farmacia chi ti ha venduto i prodotti è realmente un farmacista o è un commesso/a qualunque? Federfarma Roma, attraverso il suo avvocato, invia una diffida all’ estetista in questione e le intima: - di eliminare i messaggi sopra evidenziati - di non pubblicare ulteriori messaggi dello stesso tenore che ledano il decoro professionale del farmacista -di rispettare la professione del farmacista allo stesso modo con il quale detta categoria rispetta le altre professioni sanitarie e le altre arti ausiliarie della sanità, avendo quale unico obiettivo l’interesse della collettività e della salute pubblica.
  Confestetica, in rappresentanza della categoria degli estetisti, risponde a Federfarma chiarendo i seguenti punti: Il termine farmacia deriva dal greco “farmacon” = medicamento ed è il luogo deputato alla distribuzione dei medicinali, per mano di un esperto, il farmacista, che, avendo un’ampia formazione e conoscenza delle caratteristiche dei farmaci, ne consiglia ai pazienti un uso corretto, la giusta posologia e gli effetti collaterali al fine di tutelare la loro salute. Risulta immediatamente chiaro che le domande poste dall’estetista non risultano assolutamente lesive della figura professionale del farmacista in quanto non pertinenti alla stessa poichè l’argomentazione trattata dall’estetista riguarda il mondo dei cosmetici e non dei farmaci. Dire che il farmacista non sia l’esperto della pelle, né il consigliere più adatto del cosmetico, non è una bugia, né una falsità, poiché realmente non è questa la figura del farmacista. Che poi anche il farmacista si occupi di cosmetici e di estetica è semplicemente un valore aggiunto ed accessorio alla sua attività primaria che è quella di erogare farmaci. Il farmacista, senza dubbio, per gli studi che ha conseguito è l’esperto dei farmaci e l’addetto alla vendita degli stessi, ma non è lo specialista della pelle, tantomeno degli inestetismi. In Italia le uniche due figure professionali riconosciute come specialisti della pelle, sono il dermatologo, per la pelle e le sue patologie, e l’estetista, per la pelle ed i suoi inestetismi. L’estetista, per gli studi effettuati, per il diploma conseguito e per gli aggiornamenti continui a cui si sottopone, è riconosciuta, dallo Stato e dai consumatori (lo dimostrano gli oltre 100 milioni di trattamenti estetici eseguiti ogni anno) come lo specialista della pelle, dei suoi inestetismi e dei cosmetici. Dunque, un farmacista, se pur laureato in farmacia, non è un estetista, e per questo non può e non deve fare trattamenti estetici in farmacia, se non in presenza di un’estetista nominata direttrice tecnica, così come prevede la legge. Vien da sé che le domande rivolte dall’estetista, nella sua pagina facebook, siano più che legittime, a nostro parere, e che l’atto di diffida di Federfarma risulterebbe essere più un atto di prepotenza e di prevaricazione, rivolto a limitare la libertà di espressione. Quanto al rispetto verso le categorie professionali sanitarie, Confestetica conviene con quanto asserisce Federfarma, ma allo stesso tempo ammonisce la stessa e tutti i suoi associati ad avere altrettanto rispetto per la categoria professionale degli estetisti, perché in una società che si possa considerare civile e democratica, ruoli e professioni vanno rispettati tutti in uguale misura perché tutti di pari dignità.