IMG_0239Caterina Balivo, tornata di recente a far parlare di sé per affermazioni sessiste verso Diletta Leotta, venne querelata da Confestetica nel 2009 per diffamazione aggravata.

Durante una puntata di Porta a Porta, infatti, la conduttrice di Rai 1 si lanciò in affermazioni assolutamente erronee sul mondo dei centri estetici (di cui lei non è poi così esperta come sostiene di essere, dato che il programma da lei condotto si occupa dell’argomento da solo 2 anni). Disse, infatti, che la nostra categoria per effettuare i trattamenti di bellezza facesse ricorso a iniezioni di collagene e botulino, cosa che, invece, può essere fatta solo da professionisti sanitari: “Le usano, le usano, le usano eccome. Io le vedo che le usano. Tutte, quasi tutte”. Noi di Confestetica ci ricordiamo ancora i profondi danni che quell’affermazione creò i giorni seguenti: clienti e colleghe da tutta Italia ci chiamavano per sapere come fosse accettabile che tale affermazione venisse detta in TV con tanta superficialità e per capire come poter arginare i problemi che questa stava creando alla loro attività. Sono bastati 10 secondi per distruggere tutto il lavoro sulla reputazione e professionalità della categoria che giorno per giorno, faticosamente, cerchiamo di preservare. Cosa volevamo? Semplicemente delle scuse, che non sono mai arrivate. La nostra denuncia per diffamazione voleva anzitutto essere un gesto di protezione e rivalsa nei confronti del nostro settore, popolato da vere professioniste il cui lavoro è stato screditato con leggerezza. Chiedevamo che una figura pubblica si rendesse conto dell’errore e tornasse sui suoi passi: questo ci sarebbe bastato per chiudere la faccenda. Abbiamo seguito il processo presentandoci a tutte le 12 udienze (al contrario della Balivo che, presentandosi a una udienza sola è riuscita a guadagnarsi una nuova denuncia per aver aggredito un fotografo) con la determinazione di chi ha trovato positivo riscontro a quanto lamentato nel preciso capo di imputazione di diffamazione aggravata formalizzato dalla Procura della Repubblica di Rimini. Confestetica, in attesa di conoscerne le motivazioni, prende atto e rispetta la sentenza del Tribunale di Rimini, sottolineando nel contempo che il giudice ha riconosciuto il nostro diritto di querela, al contrario di quanto sostenuto dalla difesa della Balivo, riconoscendo oltretutto il ruolo di Confestetica in un processo penale. Forti di questo, ovviamente non ci fermeremo qui e continueremo a lottare per il riconoscimento e il rispetto della categoria. Stralcio della puntata https://youtu.be/vCuYHskaSVU