Un po' per moda, per status, per interessi economici, o per ignoranza, molti chiamano tatuaggio con finalità medica, ciò che di fatto non ha alcuna finalità terapeutica. Infatti, il tatuaggio impropriamente definito medicale, non cura alcuna malattia e definirlo tale, risulta essere altamente ingannevole e fuorviante.

Il “tatuaggio con finalità medica”, tatuaggio medicale, dermopigmentazione, dermopigmentazione medicale, dermopigmentazione con finalità medica, trucco permanente, micropigmentazione, trucco semipermanente, disegno epidermico, camouflage, Tatuaggio Estetico Correttivo (TEC) e Permanent Make Up (PMU), sono tutti sinonimi della stessa tecnica estetica e devono essere obbligatoriamente eseguiti da estetisti abilitati, solo nei centri estetici, così come previsto dall’articolo 2 della legge n. 1 del 4 gennaio 1990 e non in un ambulatorio medico con “licenza sanitaria” o ancor meno in un centro di tatuaggi, visto che entrambi sono sprovvisti della “licenza comunale di estetica”.

Svolgere l’attività di estetista, senza titoli abilitanti e senza “licenza comunale”, viola l’articolo 348 del Codice penale esercizio abusivo della professione.

In allegato il comunicato integrale in PDF Tatuaggio con finalità medica - termine ingannevole
https://media.confestetica.it/files/tatuaggi-con-finalità-medica-termine-ingannevole-circolare-22724-del-24-luglio-2022.pdf