Un tira e molla che va avanti da quasi due anni, quello relativo all'obbligo-sì obbligo-no di iscrizione al SISTRI (sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti pericolosi) da parte dei centri estetici; un tira e molla che pare sia giunto al capolinea con la data del 1 giugno del 2012 entro la quale, tutti i centri estetici che producono rifiuti pericolosi ed hanno meno di 10 dipendenti, devo aver provveduto all'iscrizione al SISTRI. Confestetica chiede al Governo che prenda una decisione definitiva circa l’atteggiamento che le estetiste e non solo devono avere nei confronti del Sistema Elettronico della Tracciabilità dei Rifiuti Pericolosi varato nel 2009 ma, a causa di numerosi ripensamenti da parte del Governo stesso, mai entrato in vigore. Da allora numerose proroghe hanno caratterizzato la messa in moto definitiva del SISTRI e nel frattempo le estetiste hanno versato 120,00 euro al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per essere in regola con un sistema di smaltimento rifiuti ancora inattivo. Chiavette usb da gestire, software da installare, aziende di smaltimento rifiuti da contattare, quote da versare tutto pronto per partire ormai da 2 anni ma dell’avvio del SISTRI neanche l’ombra. La prima data fissata per l’iscrizione, a quanto pareva obbligatoria per tutte le aziende che producono rifiuti pericolosi, risaliva al 29 aprile 2010. Poco tempo dopo, un Decreto ministeriale ci comunicava che l’iscrizione al SISTRI era stata prorogata al 1° ottobre 2010. Ma, con il Decreto ministeriale firmato dalla Prestigiacomo a dicembre 2010, l’obbligo di iscrizione al SISTRI per le estetiste era slittato ancora una volta al 31 maggio 2011. Al limitare di tale data un nuovo Decreto, che informava anche i centri estetici che l’obbligo di iscrizione al sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, veniva prorogato al 1° gennaio 2012, solo per quei centri con meno di 10 dipendenti. Dopo tante e tante proroghe, il 12 agosto 2011, è arrivata una certezza (apparente), ovvero il decreto anticrisi che abolisce definitivamente l’obbligo di iscrizione al SISTRI. Quindi al via le richieste di rimborso da parte delle estetiste al Ministero dell’Ambiente poiché di SISTRI non se ne sentirà più parlare.. Ed invece no! La nuova manovra finanziaria, tramite emendamento, ha ripristinato a pieno titolo l’obbligo per i centri estetici con meno di 10 dipendenti di iscrizione al sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi. Dobbiamo aspettare nuove sorprese e cambi di programma da parte del Governo, oppure i centri estetici possono dormire sogni tranquilli sapendo che il SISTRI è ormai una reale realtà una volta per tutte? Il SISTRI, nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente, permette l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti, dal momento della loro produzione a quello dell’effettivo e corretto smaltimento al fine di avere un minor impatto ambientale e lottare contro le eco-mafie che proliferano in maniera incontrastata e smaltiscono illegalmente rifiuti pericolosi e tossici, creando seri danni all’ambiente e alle persone che in esso vivono. Obiettivi certamente nobili ed importanti ma, come ha tenuto a sottolineare il Presidente Nazionale di Conftrasporto, Paolo Uggè, a seguito dell’emendamento che riabilita il SISTRI a tutti gli effetti, per combattere davvero le eco-mafie occorre, in maniera urgente e perentoria, che il controllo del percorso dei rifiuti pericolosi venga fatto anche sui “vettori esteri che potranno, in caso di mancate previsioni che li riguardano, divenire i vettori preferiti dalla malavita”. Molto c’è da fare per il benessere dell’industria del benessere quale è il settore estetico, un paradosso che accompagna le estetiste ormai da oltre 20 anni! In un settore così costantemente destabilizzato quindi, siamo tutti concordi nel sostenere che chiarezza e linearità da parte del Governo possano aiutare le estetiste a perseguire reali obiettivi di crescita.