Il presidente del Tar ha concesso sette giorni di tempo all’Avvocatura di Stato per depositare gli atti e i verbali richiamati dal DPCM , in quanto non sono stati ancora resi pubblici.

In questi documenti, così come nei precedenti, non ci aspettiamo certo nulla di nuovo sui centri estetici, del resto non c’è nulla di nuovo nemmeno sulle scuole.

La discriminazione è evidente e l’Avvocatura, ancora una volta, non ha saputo spiegare la differenza tra studi estetici - studi podologi e centri estetici, i primi aperti e i centri estetici chiusi, ciononostante facciano gli stessi identici trattamenti di Epilazione e Pedicure dell’estetista.

La partita è aperta il Presidente del TAR vuole vederci chiaro anche questa volta e tra sette giorni, dopo aver preso visione della documentazione su richiamata chiederemo un nuovo provvedimento d’urgenza ( ex Art. 56 c.p.a) per ottenere un nuovo provvedimento di sospensione cautelare del DPCM, che verrà deciso presumibilmente entro il 20 di marzo, anticipando così la data della Camera di Consiglio già fissata per il 14 aprile.

La portata di questo nuovo ricorso non può essere passata di certo inosservata dalla Presidenza del Consiglio e non è escluso che facciano d’ufficio una correzione del DPCM, includendo i centri estetici nell’allegato 24.

Noi non molliamo e andiamo avanti. Stiamo scrivendo la storia della nostra categoria - che dal 16 febbraio è stata dichiara servizi essenziali alla persona.