Da alcune indiscrezioni, apparse sui giornali in queste ore, il Governo starebbe valutando la chiusura dei centri estetici onde prevenire il diffondersi del virus SARS-CoV-2.
Prima di prendere una tale decisione invitiamo il Governo, i Ministri competenti e i Presidenti delle Regioni oggi maggiormente interessate dal diffondersi del contagio, ad esaminare attentamente i seguenti fatti oggettivi che di seguito andiamo ad esporre.
Confestetica già in data 08/03/2020, quindi prima del lock down del 10/03/2020, ha invitato le proprie 21.000 associate (su 35.000 centri estetici) a chiudere le proprie attività; la stragrande maggioranza non ha esitato, un istante,a procedere alla chiusura immediata, proprio perché l’intera categoria è responsabile e sa autodeterminarsi, a maggior ragione davanti ad una pandemia. Non sono mancate le critiche di alcuni Presidenti di Regione, che ci hanno accusato di fare terrorismo psicologico. Poi sappiamo tutti come è andata!

  1. I centri estetici sono stati i primi a dotarsi di un protocollo di sicurezza anti-contagio validato dai massimi esperti, redatto nella prima edizione già da fine marzo, quando nessuno parlava ancora di protocolli. Questo protocollo, oltre ad essere stato pionieristico, è stato un modello seguito in molte regioni. Inoltre, il Capo Dipartimento della Protezione Civile dott. Angelo Borrelli ha considerato la rilevanza del suddetto protocollo in data 04/05/2020 inviandolo all’INAIL, Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio.
  2. Oggi i centri estetici sono il luogo più sicuro che c’è in Italia, si lavora solo su appuntamento, i trattamenti vengono eseguiti in cabine separate, si lavora con guanti, mascherine FFP2 e visiere, viene garantita la massima sicurezza e la massima igiene e sanificazione degli ambienti tra un cliente e l’altro. Il protocollo che si applica oggi nei centri estetici è paragonabile a quello di una sala operatoria.
  3. Gli operatori REGOLARI del settore sono circa 80.000 che per il 97% sono costituiti da donne che ogni giorno si prendono cura delle persone, rispettano il protocollo sanitario, pagano affitti, utenze, fornitori, stipendi, contributi e tasse.
  4. Gli ABUSIVI del settore sono circa 120.000, ovvero quelle persone che senza titolo e senza il rispetto delle regole, soprattutto sanitarie, non pagano le tasse ed eseguono trattamenti sul corpo delle persone direttamente al domicilio delle clienti violando ogni normativa e mettendo seriamente in pericolo la salute pubblica aumentando intrinsecamente il rischio di contagio.
  5. Da marzo a maggio, ovvero in pieno lockdown, le ABUSIVE hanno fatto affari d’oro, girando di casa in casa, con l’autocertificazione in tasca, alla faccia di quelle REGOLARI che hanno rispettato l’ordine di chiusura.
  6. Pensare di chiudere, oggi, i centri REGOLARI, dove le estetiste regolari sono delle vere e proprie sentinelle anti-contagio, proprio per il rispetto ferreo del protocollo di sicurezza, vorrebbe dire favorire gli ABUSIVI, che potranno andare ancor più di casa in casa, questa volta senza bisogno di avere l’autocertificazione in tasca e senza nessun controllo poiché le autorità non possono entrare nei domicili privati. Ipotizzando che tali abusivi eseguano una media di quattro trattamenti al giorno, gli stessi entrerebbero, ogni giorno, indisturbati e potenzialmente contagiosi nelle case di mezzo milione di italiani, che in un mese significherebbe 15 milioni di contatti. Un rischio che non possiamo permetterci di correre. Se è vero che si devono prendere decisioni anti-contagio è evidente, invece, che con la chiusura dei centri estetici si andrebbe nella direzione opposta.
  7. ll messaggio etico-sociale che il Governo darebbe con questa ventilata chiusura dei centri estetici REGOLARI sarebbe che non conviene avere dei centri estetici, ma è più conveniente lavorare abusivamente. Potenzialmente questa scelta del Governo porterebbe molti centri a prendere seriamente in considerazione la decisione di diventare abusivi a loro volta.
  8. Se si chiuderanno i centri estetici, che adottano queste alte misure di prevenzione già dal 18/05/2020, con risultato contagi pari a ZERO,  dovranno chiudere tutte le attività economiche che non hanno nemmeno un protocollo di sicurezza anti-contagio così specifico e soprattutto chi non lo ha mai rispettato.
  9. Non vogliamo innescare, in nessun modo, una guerra tra poveri ma un dialogo costruttivo col Governo, che deve prendere atto di ciò che siamo, cosa facciamo, perché lo facciamo e come lo facciamo. Vogliamo un patto sociale di ferro che si fondi sulla fiducia reciproca, sul dialogo, sulla condivisione del sapere e sul rispetto delle regole ma anche sulla dignità di chi lavora onestamente nei centri estetici, rispettando rigorosamente tutte le regole compreso il protocollo anti-contagio già molto stringente. 
  10. Nella denegata ipotesi di chiusura dei centri estetici, il Governo prenda seriamente in esame di indennizzare le imprese del settore versando con bonifico diretto sul conto corrente di ogni centro estetico prendendo come riferimento il mese di attività precedente, così da ristorare le attività virtuose. Così facendo, il Governo non si dovrà nemmeno preoccupare di pagare le casse integrazioni, contributi per affitti, e quant’altro. In tal modo i titolari di centri estetici potranno continuare a pagare tutti e tutto, come hanno sempre fatto, senza ulteriori oneri a carico dello Stato.
  11. Vi chiediamo, prima di prendere una decisione, di esaminare attentamente quanto sopra illustrato e ci rendiamo disponibili ad un incontro in presenza, o anche online, onde meglio rappresentare ed illustrare le nostre istanze di associazione maggiormente rappresentativa dei centri estetici.

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