Centri estetici sicuri come una sala operatoria

In questi ultimi giorni ci sono state alcune indiscrezioni sul fatto che il Governo stesse valutando un’eventuale chiusura dei Centri estetici per prevenire il diffondersi del virus SARS-Cov-2.
Confestetica, associazione maggiormente rappresentativa della categoria, con 21.000 Centri estetici (su 35.000 presenti in Italia), ha diramato un comunicato stampa, inviandolo tramite pec al Presidente del consiglio dei Ministri, al Ministero della Salute e alla Conferenza Stato Regioni. Difatti non si è fatta attendere una smentita, poiché il presidente del consiglio Conte ha dichiarato che “la chiusura dei Centri estetici non è mail stata sul tavolo di discussione”.
Inoltre il segretario nazionale dell’associazione, Roberto Papa, ha dichiarato su Sky-tg24 che “i Centri estetici sono un luogo assolutamente sicuro”.
In effetti i Centri estetici rispettano un protocollo anti-contagio ferreo, paragonabile a quello di una sala operatoria, validato dai massimi esperti e redatto nella prima edizione già da fine marzo, quando nessuno parlava ancora di protocolli. Oltre ad essere stato pionieristico il protocollo di Confestetica è stato un modello seguito in molte regioni. Inoltre, il Capo Dipartimento della Protezione Civile dott. Angelo Borrelli ha considerato la rilevanza del suddetto protocollo in data 04/05/2020 inviandolo all’INAIL, Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio.
Attualmente i Centri estetici garantiscono standard di sicurezza elevatissimi: si lavora solo su appuntamento, i trattamenti vengono eseguiti in cabine separate, si lavora con guanti, mascherine FFP2 e visiere, viene assicurata la massima igiene e sanificazione degli ambienti tra un cliente e l’altro.
D’altro canto la cura della persona, la ricerca del benessere psicofisico sono sempre stati di primaria importanza, e lo sono a maggior ragione in un periodo di emergenza sanitaria e di forte tensione emotiva come quello che stiamo vivendo oggi.
Confestetica già in data 08/03/2020, quindi prima del lock down del 10/03/2020, aveva invitato le sue associate a chiudere le proprie attività e la stragrande maggioranza non ha esitato nel farlo, proprio perché l’intera categoria è responsabile e sa autodeterminarsi, a maggior ragione davanti ad una pandemia. Non sono mancate le critiche di alcuni enti locali, ma poi sappiamo tutti come è andata!
Un altro aspetto fondamentale su cui riflettere è che, a fronte di circa 80.000 operatori regolari del settore che lavorano in sicurezza e con rigidi protocolli anticontagio, ci sono circa 120.000 abusivi che, senza titolo e senza il rispetto delle regole, eseguono trattamenti recandosi direttamente al domicilio delle clienti. Questi operatori abusivi vìolano regole fiscali e, soprattutto, sanitarie, mettendo seriamente in pericolo la salute pubblica e aumentando intrinsecamente il rischio di contagio.
Durante il lock down, da marzo a maggio, le abusive hanno fatto affari d’oro, girando di casa in casa, con l’autocertificazione in tasca, a dispetto delle estetiste regolari che hanno rispettato l’ordine di chiusura.
Pensare di chiudere oggi i centri regolari, dove le estetiste sono delle vere e proprie sentinelle anti-contagio grazie al rispetto ferreo del protocollo di sicurezza, vorrebbe dire favorire gli abusivi, che potranno andare ancor più di casa in casa, questa volta senza bisogno di avere l’autocertificazione e senza nessun controllo, poiché le autorità non possono entrare nei domicili privati. Ipotizzando che tali abusivi eseguano una media di quattro trattamenti al giorno, gli stessi entrerebbero, ogni giorno, indisturbati e potenzialmente contagiosi nelle case di mezzo milione di italiani, che in un mese significherebbe 15 milioni di contatti. Un rischio che non possiamo permetterci di correre.
Se è vero che si devono prendere decisioni anti-contagio è evidente, invece, che con la chiusura dei Centri estetici si andrebbe nella direzione opposta.
Questa scelta del Governo potrebbe portare anche molti Centri a prendere seriamente in considerazione la decisione di diventare abusivi a loro volta.
Confestetica auspica un confronto con il Governo e un patto sociale di ferro, che si fondi sulla fiducia reciproca, sul dialogo, sulla condivisione del sapere e sul rispetto delle regole, ma anche della dignità di chi lavora onestamente e nella legalità.
Stando a quanto è emerso i Centri estetici dovrebbero essere gli ultimi a chiudere ma, nella denegata ipotesi in cui il Governo dovesse decidere per la chiusura è auspicabile almeno un indennizzo per le imprese del settore, prendendo come riferimento il mese di attività precedente. Così facendo, il Governo non si dovrà nemmeno preoccupare di pagare le casse integrazioni, contributi per affitti, e quant’altro. In tal modo i titolari di Centri estetici potranno continuare a pagare tutti e tutto, come hanno sempre fatto, senza ulteriori oneri a carico dello Stato.
Ci auguriamo invece che, dopo un’accurata riflessione su quanto detto, i Centri estetici possano continuare a svolgere la loro preziosa e importante attività, pagando contributi, fornitori, affitti, utenze e tasse e, sopra ogni cosa, continuando a donare benessere e bellezza alle loro innumerevoli clienti.