L’estetista a Partita Iva è un fenomeno che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede soprattutto in alcune catene di franchising o in piattaforme online che offrono servizi estetici a domicilio.

Due pratiche illegali, in palese violazione della legge di settore, che specifica chiaramente che non si può lavorare nei centri estetici a Partita Iva e non si possono eseguire trattamenti a domicilio.

Nel settore dell’estetica professionale, oltre all’estetista abilitata, ruotano altre figure, spesso prive di abilitazione, che si occupano di singoli trattamenti estetici, come ad esempio la dermopigmentazione, la ricostruzione delle unghie e altri trattamenti specifici.

In molti casi, queste figure atipiche, che di fatto la legge ha già riconosciuto e classificato come estetiste e perciò rientrano nella nostra categoria, si fanno chiamare con termini fantasiosi derivanti dal nome del singolo trattamento estetico di cui si occupano, ad esempio dermopigmentista, onicotecnica, laserista eccetera.

Spesso queste “freelance in estetica” sono malconsigliate: aprono la loro Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate e si propongono ai centri estetici per delle collaborazioni, come se la Legge di settore del 4 gennaio 1990 n. 1 non esistesse, eludendo peraltro anche l’iscrizione al Registro delle Imprese che è sempre obbligatorio.

È un fenomeno illegale che però è frequentemente presente sui portali di “cerco lavoro” con annunci dove si ricercano estetiste a Partita Iva. Nella maggior parte dei casi, oltretutto, si tratta di annunci permanenti da parte di catene di franchising che si sono improvvisate nel settore dell’estetica.

Il rischio, se pur circoscritto, è che l’emulazione dell’illecito si possa diffondere anche nei centri estetici dove ci sono le estetiste titolari, a volte non correttamente informate dai propri consulenti e, per questo in buona fede, non sanno che in caso di controlli da parte dell’Ispettorato del Lavoro a rimetterci sia proprio la titolare stessa, perché in fase di accertamento, gli ispettori, che la legge 1/90 la conoscono bene e la applicano, considerano quella cosiddetta “freelance” per quello che è, ovvero un’estetista in nero, non messa in regola.

L’estetista autonoma freelance non esiste, così come non esiste la dermopigmentista, l’onicotecnica, la visagista eccetera, ma esiste l’estetista autonoma regolamentata dalla legge 1/90, che in alcun modo può erogare con la sola Partita Iva, servizi di estetica presso gli istituti di bellezza, né in altri luoghi diversi.

Alcuni pensano che solo per il fatto di essere in possesso della Partita Iva, si sia in regola, dimenticandosi l’iscrizione al Registro delle Imprese.

Ma tutto questo è legale?

La risposta è no!

Da oltre Trentadue anni, la legge di settore del 4 gennaio 1990 n. 1, ha ben chiarito che:

  • non è consentito l'esercizio dell’attività autonoma di estetista (NDR anche se in possesso della Partita Iva) ai soggetti non iscritti al Registro delle Imprese;
  • l’esercizio dell’attività autonoma di estetista è soggetto a SCIA (segnalazione certificata di inizio di attività);
  • si deve essere in possesso del titolo abilitante di estetista;
  • non è ammesso lo svolgimento dell’attività di estetista in forma ambulante o di posteggio

Pertanto, le pseudo estetiste, le dermopigmentiste, le onicotecniche, le tatuatrici, le laseriste eccetera a Partita Iva che si propongono di collaborare con i centri estetici sono illegali. Le titolari sono quindi passibili di sanzioni molto pesanti, perché chiunque eroghi servizi estetici all’interno del centro estetico con Partita Iva elude la legge ed è classificato come lavoro nero.

Poi c’è il danno della categoria, ovvero la quasi totalità dei centri estetici che assumono regolarmente le proprie dipendenti, pagando contributi, ferie, tredicesima, maternità, malattia eccetera, si trovano a dover competere con queste pratiche scorrette e sleali, in quanto un’estetista a Partita Iva costa molto meno di una estetista assunta in regola. Un vero dumping che danneggia le imprese sane di questo settore, che rispettano le leggi, che corrispondono alla quasi la totalità dei 44.515 centri estetici in Italia, che hanno 75.838 estetiste regolarmente occupate.