Codacons denuncia che i centri estetici applicano la tassa COVID da 2 a 4 euro e per questo dice di aver presentato una denuncia alla GdF e all’ Antitrust, per opporsi al “far west illegale che potrebbe configurare il reato di truffa.”

Codacons dice di aver ricevuto da alcuni consumatori delle telefonate delle e-mail e la foto di uno scontrino sul quale si legge un sovrapprezzo di 4 euro per «contributo Covid-19».

CONFESTETICA contesta in radice l’infondatezza di quanto affermato da Codacons circa il «contributo Covid-19» nei centri estetici italiani.

CONFESTETICA invita CODACONS a rendere noti all’istante i suoi dati statistici sui centri estetici che riportano il «contributo Covid-19», augurandoci che tali dati esistano realmente.

CONFESTETICA certifica i dati reali del settore, che non si basano certo su 4 e-mail, 2 telefonate e uno scontrino, ma su dati reali e certificati che dimostrano per tabulas le falsità raccontate da CODACONS sui centri estetici.

Il campione di riferimento degli intervistati è di 1.601 centri estetici italiani, che per l’85,94% hanno risposto di non aver aumentato i prezzi e di non aver applicato nessun “contributo COVID-19”, per il 12,49% dei centri estetici hanno aumentato i prezzi e solo l’1,56% dei centri estetici ha applicato il “contributo COVID-19”.

Che Codacons, da un solo scontrino faccia partire una denuncia nazionale di tale portata, riportata da tutti i media, ci sembra davvero vergognoso e inaccettabile e altamente dannoso.

Raccontare ai consumatori che i centri estetici applichino il contributo COVID di 4 euro, quando la realtà dei fatti ci consegna un dato totalmente differente, ovvero che il 98,44% dei centri estetici non applica alcun contributo COVID, ci sembra scorretto e infamante.

Confestetica si riserva ogni azione, in ogni sede competente nei confronti di CODACONS a tutela dell’estetista e dei clienti della stessa.

Il segretario Nazionale di Confestetica Roberto Papa replica personalmente a Carlo Rienzi di Codacons: “non si tutelano i consumatori, raccontando solo l’1,56% dei fatti, omettendo il 98,44% - continua Papa - la ripartenza dei centri estetici è stata dura, non hanno avuto nessun aiuto, non hanno aumentato i prezzi e non accettano di essere infangati con tali falsità. – Papa conclude – il consumatore in questi giorni sta lasciando laute mance all’estetista, proprio perché si rende conto che l’estetista non ha aumentato i prezzi e deve sopportare spese di gestione molto più alte rispetto a prima del Covid. Per il consumatore al primo posto c’è la tutela della salute e non certo i 4 euro, che tra l’altro, nemmeno vengono richiesti nel 98,44% dei centri estetici italiani.