Sicuramente anche i nostri centri estetici, in questo periodo di grave emergenza, hanno bisogno di liquidità. Senza fondi il nostro sistema rischia la decimazione immediata: questo è assodato da parte di tutti i titolari di centri estetici.


Nell’’ultima versione del «Decreto liquidità» ci sono stati alcuni cambiamenti restrittivi sui tassi di interesse che sono arrivati allo 0,2% e sulle regole di garanzia del Fondo centrale Pmi. Per rispettare i vincoli del Temporary Framework europeo sugli aiuti di Stato, si specifica nel decreto ufficiale, che le garanzie al 100% per i prestiti fino a 25mila euro non potranno superare il 25% dei ricavi. In buona sostanza, per ottenere 25.000 euro si deve avere un fatturato di 100.000 euro.


Resta invariata la valutazione del fondo di Garanzia che non prevede alcuna valutazione di merito per l’erogazione fino a 25.000 euro, anche se alla banca resta l’ultima decisione sull’erogazione.

La delusione è stata molta, il messaggio che era stato fatto passare era 25.000 euro a tasso zero, per poi trasformarsi in 25.000 con interessi e la valutazione fino al 25% del fatturato. Un dietrofront dello Stato, che ha provocato non poche polemiche tra tutte le estetiste.

Non sono di certo aiuti di Stato, visto che si tratta di un finanziamento con interessi a 6 anni, dove lo stato mette la garanzia al 100% e in caso di insolvenza del beneficiario potrà rivalersi sullo stesso.

Ci saremmo aspettati dei finanziamenti a tasso zero con rientro decennale, perché, se è vero che si vogliono aiutare le imprese piccole, lo si deve fare sul serio.

Invece, per ottenere i finanziamento alle imprese siamo ancora aspettando il via libera della Commissione Europea e le linee guida della SACE.

Una cosa è certa, i dipendenti vengono indennizzati dallo stato attraverso la cassa integrazione, mentre alle imprese gli si chiede di indebitarsi per i prossimi sei anni.

Non mi sembra molto equa questa strategia, perché la chiusura di molti nostri centri estetici, stimiamo almeno il 30%, sarà un effetto domino che si riverserà anche sulle imprese che producono cosmetici e di questo ne risentirà inevitabilmente tutta la filiera.


Non vogliamo fare polemiche, perché capiamo che il momento è difficile, però si devono segnalare le cose che non funzionano e qui di cose che fanno acqua da tutte le parti, cominciano ad essercene troppe.

I tempi sono una variabile fondamentale, non possiamo aspettare i tempi ordinari in questa situazione di grave emergenza!! Su questo punto notiamo che nessuno sta cercando di snellire concretamente e fattivamente, il sistema burocratico in tutte le sue declinazioni. Sentiamo solo tante parole e pochi fatti concreti.

C’è questa vecchia mentalità guardinga dello Stato che ha sempre paura di essere “fregato”, che non vuole stringere un patto sociale forte con le imprese e con i lavoratori. Si deve sempre creare difficoltà alle imprese per ogni cosa, in questo modo lo Stato non avrà nessuna possibilità di farcela, perché i cittadini sono sempre in numero maggiore di tutti i burocrati e la sfida per lo Stato sarà sempre perdente. Fino a quando non deporrà le sue armi spuntate, fatte di burocratese, saremo destinati al fallimento.

Reputiamo una grande offesa verso le imprese, scrivere un decreto letteralmente incomprensibile, pieno di cavilli e di trabocchetti.

Le cose che funzionano sono solo quelle semplici e se si vuole fare un patto con gli italiani, si deve cominciare a pensarla diversamente dal pre covid.

Ora è il caso di vedere come concretamente le banche erogheranno questi soldi, visto che il loro ruolo è cruciale e su questo oggi abbiamo sentito Lando Maria Sileoni, - segretario genarle FABI (federazione autonoma bancari italiani) che ha detto: «I direttori delle filiali delle banche italiane, assieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano allo sportello, sono già attivi e stanno contattando le imprese clienti per cominciare a creare i presupposti per gestire le richieste e le istruttorie volte a ottenere i vari tipi di finanziamento previsti dal decreto liquidità che ha introdotto ed esteso nuove garanzie pubbliche. Questo lavoro è fondamentale perché, non appena saranno pronte le procedure interne, le agenzie bancarie saranno pronte per dare risposte a tutti».

La maggior parte delle banche ha classificato i nostri centri estetici come microimprese, ovvero fino a 10 dipendenti con fatturato fino a 2Milioni di euro; poi ci sono le Piccole imprese fino a 50 dipendenti con fatturato fino a 10Milioni di euro e le Medie imprese fino a 250 dipendenti con fatturato fino a 50Milioni di euro.

Sileoni ha aggiunto anche: «per quanto riguarda i prestiti fino a 25.000 euro si avranno in poche ore e dovranno partire dalla fine della prossima settimana, in questi giorni si stanno cambiano le procedure a livello di tecnologia»

Per i centri estetici che avranno bisogno di liquidità per importi che vanno da 25mila euro, e fino a un massimo di 800mila, resta la garanzia del prestito al 100% (90% lo Stato e 10% Confidi) ma si aggiunge una valutazione bancaria della solvibilità.

Mentre per i centri estetici che avranno bisogno fino a 25.000 euro la procedura sarà automatizzata, senza valutazione di merito della banca.


  • Finanziamento fino a 25.000 euro e comunque non superiore al 25% del fatturato 
  • I tassi sono dello 0,25% il primo anno, 0.50% il secondo e terzo anno dal quarto al sesto, il tasso sarà pari all’1%
  • La garanzia sarà del 100% da parte dello Stato e si potrà ottenere il prestito in forma automatica, con una autocertificazione, senza bisogno di valutazione da parte della banca.
  •  La durata di 6 anni, con un preammortamento di due anni, dove si pagheranno solo la quota interessi.

    Di seguito uno schema su quattro ipotesi di finanziamento fino a 25.000 euro in base al fatturato: 25Mila (6250), 50Mila (12.500), 75.000 (18.750) e 100Mila (25.000) 

IMPORTANTE: Tutti i centri estetici che hanno almeno un dipendente potranno richiedere 25.000 euro di finanziamento anche se non raggiunge i 100.000 euro di fatturato, l'importante che ci sia un costo annuale del personale pari a 12.500 euro, relativamente all'anno 2019.

In quanto le garanzie rilasciate saranno il doppio dei costi del personale dell'impresa relativi al 2019.

Nel caso di imprese costituite a partire dal 1 ° gennaio 2019, l'importo massimo del prestito non può superare i costi salariali annui previsti per i primi due anni di attività.

Ricapitolando:
per avere 25.000 euro  si deve avere una qualsiasi di queste tre caratteristiche:

  1. aver fatturato almeno 100.000 euro nel 2019
  2. oppure, aver pagato almeno 12.500 euro di stipendi nel 2019 (costo personale)
  3. oppure avere aperto il centro dopo gennaio 2019 (e procedere con autocertificazione)