Dermopigmentazione – la falsa Medicalizzazione – l’impatto della restrizione del mercato dell’estetica causato dalla circolare, poi annullata dal Consiglio di Stato
Sommario
Analisi della falsa medicalizzazione del trattamento estetico della dermopigmentazione, evidenziata dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, e le conseguenze di tale restrizione sul mercato per oltre due anni. Si discutono i principali punti della sentenza, gli effetti sul settore degli estetisti e le implicazioni per il futuro.
1. Introduzione
La dermopigmentazione è un trattamento estetico che, secondo la legge n. 1 del 4 gennaio 1990, rientra nell'ambito delle competenze degli estetisti. Tuttavia, una circolare ha falsamente classificato tale trattamento come terapeutico, causando una restrizione del mercato per oltre due anni e limitando l'accesso a questo servizio per i pazienti.
2. La Sentenza del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato con la sentenza n. 04732/2021, ha stabilito che la dermopigmentazione è un trattamento estetico e non terapeutico, confermando che l'attività rientra nelle competenze dell'estetista, come previsto dalla legge n. 1 del 4 gennaio 1990. La sentenza ha inoltre evidenziato che il parere medico è richiesto solo in casi specifici, come quando la cliente ha subito trattamenti chemioterapici o radioterapici.
3. Effetti della Falsa Medicalizzazione
La falsa medicalizzazione della dermopigmentazione ha avuto diverse conseguenze negative:
a. Restrizione del mercato: la circolare ha impedito agli estetisti di eseguire il trattamento per oltre due anni, limitando le imprese di estetica.
b. Accesso limitato ai trattamenti: la restrizione ha negato l'accesso a questo trattamento estetico per i pazienti, compromettendo il loro benessere e la qualità di vita.
c. Confusione tra professionisti e pazienti: la falsa classificazione ha generato incertezza tra gli estetisti e i pazienti riguardo alle competenze e alle responsabilità relative al trattamento.
4. Implicazioni Future
La sentenza del Consiglio di Stato ha importanti implicazioni per il futuro:
a. Riconoscimento della professione di estetista: la sentenza rafforza il riconoscimento della professione di estetista e dell'importanza delle loro competenze e formazione nel settore dell'estetica.
b. Accessibilità ai trattamenti: con la correzione della classificazione, un maggior numero di pazienti potrà beneficiare della dermopigmentazione, migliorando la loro qualità di vita e benessere psicofisico.
c. Standard elevati e sicurezza della cliente: la sentenza sottolinea l'importanza delle procedure igienico-sanitarie e di sicurezza durante l'esecuzione dei trattamenti di dermopigmentazione, garantendo che i pazienti ricevano trattamenti sicuri ed efficaci.
5. Cos’è la dermopigmentazione dell’areola-capezzolo
La dermopigmentazione areola-capezzolo è un trattamento estetico specifico che viene eseguito su pazienti che hanno subito un intervento di asportazione del seno (mastectomia) e successiva ricostruzione mammaria. Questo tipo di trattamento mira a ricreare un'areola e un capezzolo di aspetto naturale, con l'obiettivo di migliorare l'aspetto estetico del seno ricostruito e aumentare la fiducia e il benessere psicologico della cliente.
Durante il processo di dermopigmentazione, il professionista applica pigmenti nella pelle, utilizzando tecniche simili al tatuaggio, per disegnare e colorare l'areola e il capezzolo. Questo viene fatto con cura e precisione per creare un effetto tridimensionale e realistico, che imita l'aspetto dell'areola e del capezzolo naturali. La selezione dei colori e delle sfumature viene personalizzata in base al colore della pelle della cliente e alle loro preferenze personali.
Sebbene il trattamento sia estetico, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti che hanno subito un intervento di asportazione del seno e ricostruzione mammaria. La dermopigmentazione areola-capezzolo può aiutare a ridurre l'impatto emotivo della mastectomia, contribuendo a migliorare l'immagine corporea e la percezione di sé della cliente.
È importante sottolineare che la dermopigmentazione areola-capezzolo è un trattamento estetico e non terapeutico, come evidenziato dalla sentenza del Consiglio di Stato. Pertanto, è un'attività propria degli estetisti e non richiede necessariamente l'intervento di un medico o di un altro professionista sanitario. Tuttavia, è fondamentale che gli estetisti che eseguono questo trattamento abbiano ricevuto una formazione adeguata e rispettino le norme igienico-sanitarie e di sicurezza per garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti.
6. Conclusioni
La sentenza del Consiglio di Stato ha dimostrato che la dermopigmentazione è un trattamento estetico e non terapeutico, mettendo fine alla falsa medicalizzazione di tale procedura. Questo ha importanti conseguenze per il settore degli estetisti e per i pazienti interessati, permettendo una maggiore accessibilità ai trattamenti e riconoscendo il ruolo fondamentale degli estetisti nel settore dell'estetica.
È fondamentale che il Ministro della Salute prenda atto di questa sentenza e delle sue implicazioni, al fine di garantire che simili restrizioni ingiustificate non si verifichino in futuro.
7. Punti salienti
7.1 La legge n. 1 del 4 gennaio 1990 riconosce la dermopigmentazione come attività propria dell'estetista, confermando l'importanza delle competenze e della formazione degli estetisti nel settore dell'estetica.
7.2 La falsa medicalizzazione ha causato restrizioni ingiustificate sul mercato e limitato l'accesso ai trattamenti per i pazienti, compromettendo il loro benessere e la qualità di vita.
7.3 La sentenza del Consiglio di Stato riafferma l'importanza delle procedure igienico-sanitarie e di sicurezza durante l'esecuzione dei trattamenti di dermopigmentazione, garantendo che i pazienti ricevano trattamenti sicuri ed efficaci.
In conclusione, il riconoscimento della dermopigmentazione come trattamento estetico, piuttosto che terapeutico, apre nuove opportunità per il settore degli estetisti e migliora la qualità e l'accessibilità dei trattamenti estetici per i pazienti. È fondamentale che il Ministro della Salute tenga conto di queste considerazioni per garantire un futuro più equo e prospero per il settore dell'estetica.