Tutte le attività di estetica che eseguono trattamenti estetici hanno regolare licenza comunale e il nulla osta sanitario. La dermopigmentazione, detta anche Permanent Make Up o trucco permanente è un trattamento estetico e in quanto tale è attività propria dell’estetista per legge dal 1990 e ancor prima.

La dermopigmentazione, negli ultimi anni, per molti è diventata una moda. Molte aziende ed enti di formazione accreditati dalle regioni e non, stanno per questo cavalcando l’onda e vendono mediamente, per la “modica” cifra di 5Mila euro, corsi, dermografo e inchiostri a migliaia di persone prive del titolo di abilitazione estetica e privi di licenza comunale.

Questi venditori di corsi, pur di vendere a chiunque hanno pubblicizzato e garantito ai partecipanti, che dopo aver frequentato il loro percorso formativo avrebbero ottenuto il titolo abilitante igienico sanitario per effettuare la dermopigmentazione.

Peccato, però, che la legge stabilisca che per effettuare la dermopigmentazione si debba essere in possesso del titolo di estetista e di una regolare licenza comunale di estetica con relativo nulla osta sanitario. Cose, queste ultime, che tutti i centri estetici posseggono da sempre a tutela della salute del cliente finale, ma che questi enti di formazione omettono di comunicarlo.

Questo sistema di vendere corsi fasulli va avanti ormai da troppi anni e ci troviamo, per questo, migliaia di malcapitate che, nonostante il loro grande investimento presso questi venditori di corsi, si ritrovano in mano un pezzo di carta privo di valore e non spendibile e non possono esercitare l’attività estetica di dermopigmentazione, perché ogni comune per rilasciare la licenza di estetica, richiede il titolo abilitante di estetista e non certo quello di dermopigmentista o di tatuatore.

Non sappiamo se “è nato prima l’uovo o la gallina”, ovvero non sappiamo se le regioni abbiano emanato provvedimenti amministrativi prima o dopo che queste migliaia di malcapitati avessero speso tutti questi soldi per dei corsi di dermopigmentazione fasulli. Sappiamo, però, che alcune regioni hanno emanato atti amministrativi illegittimi seppure regolari dal punto di vista formale, tentando maldestramente di dare una parvenza di legittimazione a questa professione inventata da aziende e venditori di corsi.

Veniamo al nocciolo della questione! ormai si è capito che dietro la dermopigmentazione c’è un vero e proprio business altamente redditizio e quindi come potevano fare per vendere costosissimi corsi a tutti? Semplice, inventandosi la nuova figura inesistente della DERMOPIGMENTISTA. Secondo quello che questi venditori di corsi raccontano, una qualsiasi persona che li frequenta, riceve l’abilitazione igienico sanitaria per effettuare la dermopigmentazione, che per legge è già un’attività dell’estetista. Particolare quest’ultimo, che viene regolarmente omesso! per loro, infatti, l’importante è incassare 5Mila euro a testa in cambio di un’abilitazione fasulla, un dermografo e quattro inchiostri. Purtroppo, ci sono migliaia di giovani ragazze che in questi anni sono cadute in questo sistema assurdo.

Ma non si sono fermati qui. Questi venditori di corsi, con la complicità di qualche assessore regionale, hanno ottenuto delibere e atti illegittimi da amministrazioni compiacenti, ed hanno addirittura inserito nel repertorio delle nuove professioni quella inesistente della dermopigmentista.

Et voilà il gioco è fatto, da una parte si crea l’obbligo amministrativo(illegittimo) e dall’altro ci sono pronti gli enti di formazione a vendere nuovi corsi. Tant’è che è andata a finire che anche le estetiste per fare la dermopigmentazione estetica secondo questi furbetti, dovrebbero ottenere una nuova abilitazione, ovviamente del tutto inutile e illegittima, visto che tutte le attività di estetica sono già state autorizzate sin dalla loro apertura sia dal comune che dall’azienda sanitaria locale ad effettuare tutti i trattamenti estetici, compresa la dermopigmentazione.

L’estetista, oggi purtroppo si trova costretta a frequentare un nuovo corso per tatuatori che nulla ha a che vedere con l’attività di estetica e lo fa solo per il quieto vivere e per evitare il rischio di subire controlli da parte di accertatori magari male informati, che la sanzionerebbero. Per questo l’estetista paga 650 euro (questo è quanto costa questo tipo di corso), spreca 90 ore del suo tempo e subisce queste ingiustizie. Assomiglia molto ad una tassa occulta o addirittura a qualcosa di ancora peggio!

Eppure, è molto semplice da capire:

- IL TATUAGGIO è un’arte, una pratica di decorazione del corpo attraverso immagini, disegni, simboli, colorati o meno e, non necessariamente carichi di significato.

-IL TRUCCO PERMANENTE - DERMOPIGMENTAZIONE – Permanent Make Up (PMU) è un trattamento estetico che viene eseguito esclusivamente a fini estetici per la correzione di inestetismi del viso e del corpo, per il miglioramento della immagine estetica in generale, nella copertura di cicatrici risultanti da interventi chirurgici o incidenti (camouflage).

Riepilogando, la dermopigmentazione è un trattamento estetico, però se lo si fa passare per tatuaggio, aziende ed enti di formazione guadagnano un sacco di soldi sulla pelle dei malcapitati.

Il loro business lo conoscono tutti: il pacchetto costa per l’estetista 650 euro per un corso di abilitazione fasullo di 90 ore; per chi non è estetista invece costa 5.000 euro, ed è compreso sempre un corso di abilitazione fasullo di dermopigmentista, un Dermografo e gli inchiostri per iniziare a lavorare. Un ente di formazione che iscrive 80 malcapitati l’anno può contare su un incasso medio di 400mila euro l’anno, instradando così 80 nuove abusive sul mercato ad insaputa degli iscritti stessi. Ci sono enti di formazione che iscrivono anche più di 200 persone l’anno, con un milione di euro di incassi.

Giusto per essere chiari a scanso di equivoci è bene sapere che per effettuare il trucco permanente - dermopigmentazione – Permanent Make Up (PMU), in tutta Italia serve il titolo di estetista e la “licenza estetica” rilasciata dal comune di appartenenza. Questo trattamento estetico non si può erogare in nessuna altra condizione diversa da questa!  

Questo è tutto confermato dai seguenti atti normativi e sentenze:

  • Legge n. 1 del 4 gennaio 1990 (Pubblicata nella Gazz. Uff. 5 gennaio 1990, n. 4)
  • Decreto Interministeriale 206 del 15 ottobre 2015 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.300 del 28 dicembre 2015)
  • Ministero dello Sviluppo Economico con Nota prot. n. 18706 del 20 gennaio 2017
  • Sentenza del TAR LAZIO N. 02712/2020 del 02/03/2020
  • Sentenza del Consiglio di Stato N. 04732/2021 del 18/06/2021

Ma non è finita qui.

In Italia non ci facciamo mancare proprio nulla. Infatti, la Regione Lazio in data 3 marzo 2021 ha promulgato una “LEGGE TRUFFA”, che di fatto ignora che la dermopigmentazione sia un trattamento estetico già normato dalla legge nazionale e decide di normarla nuovamente, sottraendo di fatto all’estetista questo trattamento estetico per affidarlo al tatuatore, che per inciso, non si occupa di trattamenti estetici e nemmeno vuole iniziare a farli con questa legge truffa.

Questa legge regionale, provocherà moltissimi danni ai sindaci del Lazio, che in sede di SCIA si troveranno in un vero e proprio stallo amministrativo.  Per eseguire la dermopigmentazione, infatti, il sindaco dovrà rilasciare una licenza estetica e non quella di tatuatore così come previsto dalla legge regionale del Lazio.

Anche la Regione Lombardia, ha presentato il suo disegno di legge 172 sulla scia della regione Lazio, inserendo inizialmente anch’essa la dermopigmentazione tra le attività del tatuatore.

Ma nelle due audizioni tenute in Regione Lombardia del 27 maggio e 3 giugno su formale richiesta scritta e orale di Confestetica, poi appoggiata anche da CNA e CONFARTIGIANATIO, Gianmarco SENNA Presidente IV Commissione permanente - Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione, ha ufficialmente stralciato la dermopigmentazione dalla proposta di legge n. 172 tatuaggio e piercing.

Ora, noi ci auguriamo fermamente che le quattro regioni in questione, facciano autonomamente un passo indietro entro i prossimi giorni, che ripristinino il gravissimo illecito compresa la regione Lazio, che, così come ha fatto saggiamente la regione Lombardia, possa emendare velocemente la legge regionale n.2 del 3 marzo. Diversamente Confestetica sarà costretta a far intervenire l’autorità garante della concorrenza e del mercato, che risolverà la questione in 60 giorni, così come previsto per legge, visto che la regione Lazio ha emanato un atto in palese violazione della concorrenza e del mercato.

Quanto agli enti di formazione, che facciano altrettanto onde evitare cause di risarcimento danni volte ad ottenere la restituzione del prezzo versato da molti malcapitati, per corsi che non abilitano ad alcun titolo di dermopigmentista.

In conclusione, è bene tenere a mente che la dermopigmentazione è un trattamento estetico eseguito dall’estetista nel centro estetico autorizzato e certificato dal comune di appartenenza e non è certo un tatuaggio!