Lo stratagemma è sempre il medesimo: si prende un trattamento di competenza dell’estetista, già normato per legge, e alla persona che lo esegue  si dà un nuovo nome - in questo caso  “ciglista” . Poi si dice che è una nuova figura professionale non regolamentata e penalizzata addirittura da un vuoto normativo.

A questo punto si cerca il politico di turno e si tenta di normare questa nuova professione, appena inventata che prende il nome da un trattamento sottratto alla competenza già propria dell’estetista.

Poi dopo un percorso formativo di poche ore le vorrebbero dare pure una sua identità, consentendole di aprire i “centri per ciglia” in autonomia.

Queste sarebbero le aziende del Green, del progresso, dove per loro tutto dovrebbe essere fluido e privo di identità storica e professionale. Per loro le nuove professioni emergenti sarebbero da regolamentare, anche se si appropriano di professioni già regolamentate dalla legge nazionale.

Questa è schizofrenia, che porta alla polverizzazione della professione dell’estetista, distruggendone la sua identità professionale a favore delle “non categorie”, inventate da aziende senza scrupoli, che pur di vendere tutto a tutti, ignorano la legge, o ancor peggio, fingono di ignorarla.

Questo è il vero pericolo che corre l’estetista. L’estinzione.

Confestetica sta combattendo da 15 anni, la psicosi di massa di alcune aziende e non solo, che vorrebbero frammentare la professione di estetista creando tanti micro-mestieri, con l’istituzione di piccoli corsi di poche ore, che riguardano solo singoli trattamenti estetici, svolti da queste figure inventate ad hoc. Una vera sostituzione di professione, con il solo fine di far acquistare corsi e prodotti a quante più persone possibile.

Un gioco al ribasso, vendere all’estetista per queste aziende  è troppo difficile, perché l’estetista è una professionista, non ci casca, e poi i centri estetici sono solo 45.000 in tutto il territorio, invece con le loro strategie confusionarie e illegali, possono contare su una platea molto più ampia di persone, le quali, frequentando questi corsi fasulli, restano illuse di poter contare su una nuova professione, che nella realtà non esiste, perché i trattamenti estetici, per legge, li può fare solo l’estetista, in un istituto di bellezza e nessun altro.

L’estetista e gli istituti di bellezza sono a rischio estinzione e proprio per questo tutte devono alzare la guardia, altrimenti tra poco le estetiste si troveranno tutte disoccupate, perché saranno sostituite da tante micro-figure come la ciglista, la sopracciglista, la dermopigmentista, la manicurista, la pedicurista, la laserista, l’onicotecnica, la cerettista, la visagista.

Siamo in una vera giungla!

Confestetica, però, è sempre in prima linea. Abbiamo bisogno che tutte le estetiste prendano coscienza e siano consapevoli di questo disastro, che alimenta sempre di più l’abusivismo e che fa parte di una certa cultura politica degli ultimi 15 anni volta a togliere l’identità all’estetista.