
Nonostante fosse un rappresentante d’abbigliamento, nonostante non fosse in possesso di alcun titolo abilitante alla
professione sanitaria né avesse mai conseguito la laurea in Medicina-Chirurgia, un sedicente medico aveva allestito nel proprio appartamento uno
studio medico abusivo, completo di attrezzature e dispositivi vari atti a sostenere la sua credibilità. Credibilità che è crollata quando un paziente, sottoposto alle sue cure, è stato ricoverato all’Ospedale Civico di Palermo in stato di coma.
Il fatto increscioso ha dato il via alle
indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese ed effettuate dai Carabinieri del NAS di
Palermo, e a due decreti di perquisizione emessi a carico del titolare del
falso studio medico.
A seguito delle indagini, per l’uomo è scattata una
denuncia presso la competente Autorità Giudiziaria e il
sequestro, da parte dei Carabinieri, della struttura e delle attrezzature mediche per un valore di circa 500.000 euro.
Il caso di questo medico è emblematico e impone una
riflessione: mentre nella medicina, grazie ad un
albo professionale riconosciuto dalla legge, è possibile risalire a falsi medici e attivarsi di conseguenza, cos’è possibile fare nel campo dell’
estetica? Non essendo ancora stato istituito un
collegio nazionale degli estetisti, moltissime attività vengono infatti gestite in forma abusiva.
Da una recente stima, pare che l’attività estetica abusiva si aggiri sulle
200.000 unità a fronte di 60.000 regolari (titolari e dipendenti). Inutile dire, quindi, che l’abusivismo può diventare un rischio per la clientela che non ha modo di poter conoscere i titoli e le competenze professionali delle persone a cui affidano il loro
benessere.