Confestetica l'associazione maggiormente rappresentativa delle estetiste, cita per danni lo Stato Italiano, per aver emanato un DPCM altamente discriminatorio nei confronti di 80.000 donne estetiste professioniste. Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) in data 3 novembre, con il verbale n. 123 all'art. 1 -Ter lettera g) - pagina 18 -, ha comunicato alla Presidenza del Consiglio di chiudere "parrucchieri, barbieri, estetisti".

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, insieme al Ministro della Salute Roberto Speranza, il 3 di novembre hanno firmato il DPCM, nel quale si legge che sono stati chiusi solo i centri estetici, contrariamente a quanto scritto dal CTS nel verbale n. 123.

Si fa notare che:

  • Parrucchieri ed Estetiste, svolgono per legge gli stessi servizi alla persona, così come indicati nella LEGGE 4 gennaio 1990, n. 1 - Art. 9 comma 2) e nella LEGGE 17 agosto 2005, n. 174 art. 2 comma 7.

  • Parrucchieri ed Estetiste hanno lo stesso codice Ateco per Classe e Categoria: 96.02.0.

  • Parrucchieri ed Estetiste hanno lo stesso contratto nazionale di lavoro CNEL

Nonostante tutto ciò, i parrucchieri sono aperti e le estetiste sono chiuse - (Sic!)

Le motivazioni di tale decisione, che risultano già discriminatorie per tabulas, sono al momento riservate e saranno rese pubbliche non appena ci sarà possibile farlo.

Gli atti giudiziari sono in partenza con le relative notifiche agli enti interessati, ovvero all'avvocatura dello Stato contro il Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Questa discriminazione costerà cara alla categoria delle estetiste, ma anche alla Presidenza del Consiglio e ai suoi Ministri anche in proprio, in quanto l'associazione di categoria maggiormente rappresentativa delle estetiste, sta depositando anche la richiesta di risarcimento danni per 175.000.000 di euro.

Come è noto, la categoria delle estetiste è composta per il 98,7% da donne e comprende 35.000 centri estetici con oltre 80.000 donne occupate, che per effetto di questo DPCM del 3 novembre "sono state messe in castigo".

12.000.000 di persone, 81% donne 19% uomini, hanno la propria estetista di fiducia, dalla quale non potranno andare per effetto del DPCM del 3 di novembre 2020.

Questo atto altamente discriminatorio, che lede i diritti delle donne estetiste professioniste, violando almeno 5 articoli della Costituzione Italiana e altri 5 dei trattati comunitari, sarà portato nei tribunali italiani, compresa la Corte dei Conti e nel tribunale europeo di Strasburgo.

 

Ci auguriamo che la presidenza del Consiglio, insieme al Ministero della Salute, IN AUTOTUTELA, rimuovano all'istante tale gravissima discriminazione onde evitare l'aggravarsi dei danni già subiti dalla categoria delle estetiste.

Estratto dal Verbale del CTS del 3 novembre 2020

Art. 1-ter Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto

g) sono sospese le attività inerenti servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti), diverse da quelle individuate nell’allegato X;- Estratto dal DPCM del 3 novembre 2020

Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto

4. A far data dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle ordinanze di cui al comma 1, nelle Regioni ivi individuate sono applicate le seguenti misure di contenimento:

h) sono sospese le attività inerenti servizi alla persona, diverse da quelle individuate nell'allegato 24;

Allegato 24 Servizi per la persona

• Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia

• Attività delle lavanderie industriali

• Altre lavanderie, tintorie

• Servizi di pompe funebri e attività connesse

• Servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere