Nell'ultimo mese, ma ancora più intensamente in questi ultimi giorni con l'inizio della fase 2, si assiste nel nostro settore a un vero e proprio terrorismo, relativo a indicazioni su cosa si debba comprare e cosa si debba fare, in vista delle riaperture post-lockdown da Covid.

E così abbiamo potuto osservare colleghe correre all'accaparramento di macchinari per la sanificazione dell'aria, peraltro non obbligatori e non previsti. Altre cercare come disperate mascherine e guanti, invece previsti e spesso introvabili.

Ma un dilemma davvero controverso è: separatore in plexiglass sì o no?

Naturalmente le aziende che lo vendono premono affinché le estetiste lo acquistino. Per ammantarlo di importanza lo chiamano “barriera parafiato con vano passaoggetti”, oppure “separatore protettivo in plexiglass” se non “parasputi e parafiato”, ma è sempre di lui che stiamo parlando. Sì, esatto: quel pannello in plexiglass trasparente, con una fessura alla base che si dovrebbe interporre tra chi esegue attività di onicotecnica e la cliente.

Vorrei però invitare le care colleghe a riflettere.

E' vero che nell'esecuzione della manicure sicuramente non si riesce a rispettare la distanza di sicurezza di 1 metro come indicato, ma come del resto accade anche per molti altri servizi del nostro settore (dai trattamenti viso e corpo, all'epilazione, la dermopigmentazione, il trucco, etc).

Ovviamente per alcune attività il separatore in plexiglass non è proprio pensabile, ma gli esperti e il legislatore hanno previsto opzioni per permetterci di lavorare in sicurezza. Per questi trattamenti, Indossare la mascherina FFP2 o FFP3 senza valvola  con visiera in plexiglass tutela sia noi che i nostri clienti, anche in caso di contatto ravvicinato. 

Laddove, invece, non esistano soluzioni per permetterci di operare in sicurezza le indicazioni legislative vietano alcuni servizi, nonostante le riaperture delle attività, come accade con sauna, bagno turco e idromassaggio!

Quindi per eseguire in completa sicurezza la manicure, la ricostruzione e decorazione unghie è più che sufficiente indossare mascherine e visiera: non è obbligatorio il separatore in plexiglass! 

Quest'ultimo avrebbe potuto avere senso solo se ci permettessero di lavorare senza mascherina: in quel caso la protezione sarebbe doverosa. Poiché invece la mascherina è obbligatoria il separatore in plexiglass è assolutamente superfluo, fermo restando che rispetto tutte le colleghe che per eccesso di scrupolo e di zelo lo hanno acquistato. 

Ma il punto qui è cosa sia imprescindibile; il facoltativo sta alle valutazioni dei singoli individui. Confestetica, da sempre al fianco delle estetiste professioniste  ha redatto un “Protocollo di sicurezza anti-contagio per lo svolgimento dell'attività di estetista”, che guida passo passo gli operatori del settore permettendo loro di svolgere la professione nella totale sicurezza propria e della clientela. 

Un ultimo importante aspetto da tenere in considerazione sono le linee guida INAIL pubblicate il 13 maggio 2020. Dopo aver descritto le indicazioni generali e specifiche per i lavoratori, in un passaggio si afferma che “allo stesso modo, anche il personale addetto alla cassa dovrà indossare la mascherina chirurgica prevedendo altresì barriere di separazione (ad es. separatore in plexiglass)”.

Innanzitutto lo stesso presidente INAIL, Franco Bettoni, precisa che “non si tratta di disposizioni vincolanti, ma di contributi di carattere scientifico” e che “spetterà alle autorità politiche e alle parti sociali trovare il giusto contemperamento tra gli interessi in gioco, con la flessibilità che le situazioni territoriali possono richiedere”. In definitiva valgono le indicazioni nazionali ma con singole specifiche che ogni regione emanerà, valutando l'incidenza del Covid-19 nel proprio territorio al fine di tutelare la popolazione.

Ma anche ammettendo che siano direttive da seguire, innanzitutto la barriera in plexiglass è indicata come un esempio (tra i tanti) di separatore che tutelano addetto alla cassa e cliente. Mascherina e visiera/schermo facciale sono altrettanto idonei. Tra l'altro alcuni centri estetici non sono strutturati con una zona cassa tale da poter inserire lo schermo in plexiglass, neanche se lo volessero.

Infine il nostro lavoro non prevede, normalmente, un “addetto cassa”. E' l'estetista che svolge anche le operazioni di cassa. La stessa operatrice che pochi minuti fa vi ha fatto una pulizia del viso o un massaggio, con gli adeguati DPI, perché mai adesso che ci rechiamo in cassa dovrebbe essere diventata più pericolosa?

Sarebbe uno scenario assurdo: in una prima fase l'estetista rimane con la cliente in cabina per un'ora di trattamento, eseguito a distanza inferiore ad un metro ma indossando mascherina FFP2-FFP3 senza valvola oppure mascherina chirurgica con visiera. Subito dopo la stessa estetista si reca in cassa per ricevere un pagamento (operazione che si risolve nel giro di pochi minuti) e sta con le sue mascherine o visiera dietro una barriera in plexiglass!

Quanto sostenuto dall'INAIL è da intendersi per quelle situazioni, di grande affluenza, in cui esiste una receptionist che svolge solo attività di accoglienza e cassa. “Allo stesso modo” delle operatrici anche l'addetta alla cassa dovrà disporre di DPI.

Ma attenzione care colleghe: ragionate sempre, leggete con scrupolo e informatevi prima di cadere nella trappola “compro perché mi hanno detto che devo”, salvo poi accorgermi quando ormai è troppo tardi che avrei potuto investire i miei soldi altrimenti!