Il Governo Conte ha chiuso i centri estetici in zona rossa senza alcun motivo, questo è ciò che emerge dalle carte depositate dall’avvocatura della Presidenza del Consiglio al Tar del Lazio.

80Mila estetiste, oneste lavoratrici, non accettano che l’avvocatura della Presidenza del Consiglio consideri l’estetista una prostituta e non lo accettano nemmeno le 13Milioni di donne che si affidano da sempre alla loro estetista di fiducia.

A giustificazione della chiusura dei centri estetici in zona rossa, l’avvocatura della Presidenza del Consiglio ha riportato al Presidente del Tar del Lazio solo motivazioni irricevibili e altamente offensive, denigratorie, discriminatorie e sessiste.

Secondo l’avvocatura dello Stato i centri estetici in zona rossa sarebbero stati chiusi per i seguenti unici due motivi:

Primo motivo del 21/01/2021
L’avvocatura ha affermato oralmente durante la prima audizione davanti al Presidente del TAR LAZIO che le attività dei centri estetici sono delle attività molto peculiari dove spesso c'è una commistione con delle attività poco chiare dove si esercita anche la prostituzione. Il Presidente del TAR LAZIO ha subito ammonito l’avvocato, evidenziando che queste sue affermazioni erano pesanti. Così l’avvocatura ha ritirato tali affermazioni assurde e denigratorie.    

Secondo motivo 26/01/2021
L’avvocatura ha scritto nella sua memoria e poi confermato oralmente alla seconda audizione davanti al Presidente del TAR LAZIO: “la cura ed il trattamento dei capelli e della barba da parte degli acconciatori corrisponde ad un bisogno e ad una esigenza di cura, anche igienica, della persona ben più essenziale e irrinunciabile rispetto al miglioramento dell’aspetto estetico generale”. Ovvero l’igiene di un uomo è irrinunciabile e quella di una donna no.

Quindi, il Presidente del TAR Lazio, pur avendo già rilevato nelle audizioni precedenti che l’avvocatura non aveva addotto motivazioni sufficienti, dovendo lo stesso Presidente approfondire la questione prospettata, ha ordinato all’avvocatura di depositare entro sette giorni (entro il 02/01/2021) questi due documenti: Verbale del CTS n. 144 del 12/01/2021 e Osservazioni Tecniche inviate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano in data 14/01/2021.

Il presidente ha così fissato l’udienza in camera di Consiglio per la discussione sulla sospensiva dell’ultimo DPCM al 10 febbraio 2021.

Nel frattempo, l’avvocatura ha depositato i documenti richiesti dal Presidente, che risultano essere completamente inconferenti con la chiusura dei centri estetici in zona rossa.

Resta pertanto immotivata, illogica e illegittima la chiusura dei centri estetici in zona rossa, soprattutto perché è stata creata una vera discriminazione tra lavoratori e attività uguali, parrucchieri ed estetiste, i primi aperti e le seconde chiuse, pur svolgendo gli stessi identici trattamenti estetici così come previsto dalle rispettive leggi di settore. Inoltre, abbiamo scoperto che c’è stata anche una vera discriminazione di genere e una fortissima offesa a tutte le donne, così come sta emergendo nel corso del procedimento amministrativo.

Dai due documenti presentati dall’avvocatura, non emergono motivi che giustifichino la chiusura dei centri estetici in zona rossa.

Tanto è vero che in essi vengono citate le linee guida per gli impianti di risalita sciistica, l’attività motoria di base, le procedure per lo sci alpino, ritorno a scuola in presenza nelle città metropolitane, rifiuto vaccinale degli operatori sanitari, piano pandemico influenzale, rientro dei lavoratori post test.

Di contro, si rileva che sia il Comitato Tecnico Scientifico (CTS), sia L’Istituto Superiore di Sanita (ISS), sia l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL) e sia tutti i Decreti del Presidente del Consiglio precedenti al 3 novembre, non hanno mai discriminato tra parrucchieri ed estetiste, in quanto sono stati sempre ricompresi nella stessa categoria, così come si legge anche nei protocolli di sicurezza anti-contagio approvati prima dalla Conferenza Stato/Regioni e poi trasfusi nei Dpcm stessi.

Il 10 di febbraio si terrà la Camera di Consiglio si confida che il TAR sappia evidenziare che i centri estetici sono stati discriminati e chiusi in zona rossa senza alcun motivo.

Si allegano i seguenti documenti:

1) verbale n. 144 della seduta del 14 gennaio 2021 del Comitato tecnico-scientifico di cui all’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile 3 febbraio 2020 n. 630;

2) osservazioni tecniche inviate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano in data 14 gennaio 2021;

3) decreto del Presidente del TAR LAZIO - Udienza fissata in camera di consiglio il 10 febbraio 2021.

4) comunicato stampa di Confestetica