Con grande sorpresa, in questi giorni è stato pubblicato su Facebook un post dal Dr. Nicola Balestrieri, “Specialista in Senologia” Chirurgica e Direttore scientifico dell’associazione Amiche per la Pelle APS, in cui veniva annunciato l’inizio dei corsi per tatuaggio con metodo sanitario. Nel post, il Medico ha asserito di aver presentato al Congresso Nazionale di SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva - Rigenerativa ed Estetica) la soluzione con cui gli operatori sanitari potranno effettuare la dermopigmentazione dell'areola del capezzolo in ambiente ambulatoriale, in modo sicuro.

Il tatuaggio su areola e capezzolo, che per precisione e correttezza si chiama dermopigmentazione cosmetica, non è certo un tatuaggio medicale tantomeno un tatuaggio. Tale trattamento non ha alcuna finalità terapeutica o sanitaria, bensì solo estetica, e consiste in una tecnica finalizzata a colorare la cute attraverso l’introduzione di inchiostri specifici nello strato superficiale del derma papillare con l’ausilio di un dispositivo elettrico (dermografo) e aghi monouso.

Questa tecnica viene utilizzata anche per la correzione delle cicatrici, per ridisegnare l’areola del capezzolo (ad esempio dopo interventi al seno), per infoltire il cuoio capelluto in caso di calvizie, camuffare la vitiligine, creare un effetto di infoltimento delle sopracciglia, disegnare il contorno labbra eccetera.

Questa tecnica, quindi, ha un campo di applicazione estetica molto precisa e soprattutto già normata dalla legge dello Stato. È ingannevole parlare di dermopigmentazione medicale, in quanto tale trattamento non ha alcuna finalità terapeutica.

Quindi la dermopigmentazione del capezzolo areola, che spesso viene chiamato impropriamente tatuaggio medicale o tatuaggio con metodo sanitario, deve essere effettuato soltanto da personale autorizzato in possesso dell’abilitazione legale in estetica, così come previsto dalla legge e può essere erogata soltanto in strutture autorizzate, provviste di “licenza estetica”, rilasciata dal Comune di pertinenza con il  relativo nulla osta sanitario, con iscrizione obbligatoria al registro delle imprese, così come normato e previsto dalla Legge del 4 gennaio 1990 n. 1.

Nessuno può erogare servizi di “tatuaggi sanitari” senza le autorizzazioni estetiche sopracitate.

È sorprendente, quindi, che il Dr. Nicola Balestrieri stia avviando e pubblicizzando corsi di dermopigmentazione specifici all’areola del capezzolo orientati a operatori sanitari, senza comunicare che tale attività è normata dalla legge dello Stato (1/90) e che gli operatori sanitari che frequenteranno tale corso non potranno mai eseguire tale trattamento estetico se privi dell’abilitazione in estetica così come prevista dalla legge, nemmeno in ambulatorio o in strutture sanitarie. E di certo il corso in questione non è in grado di garantire tale abilitazione estetica.

E ancora più sorprendente che il Dr. Nicola Balestrieri non sappia che il Consiglio di Stato, su ricorso presentato dall’associazione Confestetica, ha chiarito definitivamente con una sentenza che la dermopigmentazione areola-capezzolo è un’attività propria dell’estetista e che l’Istituto Superiore di Sanità abbia chiarito altrettanto inequivocabilmente che la dermopigmentazione areola-capezzolo non è un trattamento terapeutico, ma estetico. Non rientra, quindi, tra le mansioni proprie del personale sanitario per le quali è stato assunto, così come previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di lavoro della categoria dei sanitari.

Nei giorni scorsi, il segretario di Confestetica ha chiamato telefonicamente il segretario dell’associazione Amiche per la Pelle APS facendogli presente che i corsi di dermopigmentazione da loro sponsorizzati su Facebook non avrebbero mai consentito ad alcun operatore sanitario la legittimazione a eseguire la dermopigmentazione dell’areola capezzolo né sulle donne oncologiche né su nessuno. Il segretario di Amiche per la Pelle, anziché prendere atto della normativa vigente, si è limitato a leggere al telefono al segretario di Confestetica due righe finali (totalmente inconferenti) della Sentenza del Consiglio di Stato, che peraltro, è stata emanata proprio sul ricorso presentato da Confestetica, nella quale viene chiarito che il "tatuaggio medicale" non è un trattamento terapeutico, bensì estetico e che tale trattameno è attività propria dell'estetista (sic!).

Sono doverose alcune precisazioni, perché questa situazione, se non fosse davvero così tragica, sarebbe proprio una comica:

  • il Dr. Nicola Balestrieri e l’associazione Amiche per la Pelle stanno sponsorizzando e pubblicizzando questo corso per “tatuaggio con metodo sanitario” e per farlo spendono il nome autorevole della SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva - Rigenerativa ed Estetica), dicendo che il Dr. Nicola Balestrieri avrebbe presentato al Congresso Nazionale di #SICPRE la soluzione con cui operatori sanitari potranno effettuare la dermopigmentazione dell'areola-capezzolo in ambiente ambulatoriale e in modo sicuro, realizzando una soluzione attesa da centinaia di migliaia di pazienti, per dire: "Finalmente mi sento di nuovo Donna!!!".
  • Tale circostanza, non risulta fondata, visto che nella sua presentazione il Dr. Nicola Balestrieri non ha mai presentato al Congresso SICPRE alcuna soluzione con cui gli operatori sanitari potranno effettuare la dermopigmentazione dell'areola-capezzolo in ambiente ambulatoriale e in modo sicuro. Cosi come emerge evidente anche titolo del suo intervento congressuale (da non socio SICPRE) Total Breast Reconstruction: un sogno che diventa realtà. FixNip NRI: la prima protesi al mondo per una ricostruzione stabile del cono mammario e del capezzolo Balestrieri N. (Treviso).
  • Nel curriculum del Dr. Nicola Balestrieri, pubblicato dall'Azienda ULSS 9 di Treviso, lo stesso dichiara di essere specializzato in Chirurgia Toracica, ma tale specializzazione non compare nella sua anagrafica presso la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, nella quale risulta essere iscritto come medico abilitato, privo di specializzazioni.

In conclusione, fatte queste doverose precisazioni, nell’interesse collettivo e degli operatori del settore, è consigliabile sempre informarsi prima di frequentare i corsi di dermopigmentazione, in quanto tali prestazioni possono essere eseguite solo da persone in possesso dell’abilitazione estetica, così come normato dalla Legge 1/90 e possono essere erogati esclusivamente in strutture autorizzate dal Comune di pertinenza, con regolare “licenza estetica” e non è consentito per nessun motivo poterle erogare in ambulatori medici privi della licenza estetica.

Ogni tatuaggio, anche se impropriamente detto “medicale”, è soggetto al pagamento dell’IVA, in quanto è un trattamento estetico e non terapeutico.

Quanto al Dr. Balestrieri e all’associazione Amiche per la Pelle, ci auguriamo vivamente che questo articolo possa illuminare gli addetti ai lavori, nell’interesse della collettività e dei corsisti, con un particolare accorgimento per le donne oncologiche, che meritano tutta l’attenzione del caso e che dovrebbero essere tutelate proprio dalle loro associazioni, affinché possano dire: “Finalmente mi sento di nuovo donna”.