L'associazione maggiormente rappresentativa delle estetiste ha impugnato i Dpcm - l’avvocatura dello Stato non ha saputo spiegare, nemmeno a sé stessa, perché i centri estetici nelle zone rosse siano stati chiusi.

L’unica motivazione messa nero su bianco dell’avvocatura è la seguente: la cura ed il trattamento dei capelli e della barba da parte degli acconciatori corrisponde ad un bisogno e ad una esigenza di cura, anche igienica, della persona ben più essenziale e irrinunciabile rispetto al miglioramento dell’aspetto estetico generale”.

Il Presidente del TAR, dott. Antonino Savo Amodiodimostrandosi persona molto attenta e di grande sensibilità professionale e personale, ha ritenuto che la questione fosse molto delicata e per questo ha manifestato la volontà di voler decidere in tempi molto brevi con una sua valutazione di una certa consistenza e per questo ha invitato l’avvocatura dello Stato a produrre documentazione idonea a comprovare la chiusura dei centri estetici in zona rossa entro sette giorni, ovvero entro il 2 febbraio. Il Presidente allo stato dei fatti ha già ritenuto che la documentazione fin qui prodotta dalla Pubblica Amministrazione è troppo poca e inconsistente.

Un Governo, che resiste in giudizio senza motivazioni, nonostante il Presidente dott. Antonino Savo Amodio gli avesse richiesto più volte di portare motivazioni consistenti, atti e documenti, che non sono stati mai portati, è un governo inadeguato alla guida di questo paese. Soprattutto se la Presidenza del Consiglio per difendersi, come unica motivazione, porta la discriminazione di genere.

Tutti possono sbagliare, ma non capiamo perché questo governo anziché rendersi conto dell’errore, ovvero aver chiuso immotivatamente i centri estetici, non faccia un passo indietro, chiedendo scusa a milioni di donne e rettificando il Dpcm, senza dover aspettare la sentenza del Collegio del TAR.

Del resto, come è ovvio che sia, lo sanno tutti che le donne hanno pari dignità e pari diritti degli uomini, anche nella loro igiene e cura della persona. Non ci vuole molto a capirlo!